Poco ma buono: piace il cioccolato
in praline, addio tavolette

Poco ma buono: piace il cioccolato in praline, addio tavolette
Domenica 18 Settembre 2016, 22:15 - Ultimo agg. 22:34
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Golosi, ma attenti da una parte alla qualità alimentare, dall'altra al bon ton e alla dieta. La passione degli italiani per il cioccolato consacra quello fondente al top delle preferenze, e vede tramontare l'epoca del cioccolato bianco e della classica tavoletta. A fornire la foto dei consumi del «cibo degli dei» è Angelo Agostoni, presidente dalla Icam, prima cioccolateria al mondo nel segmento biologico e industria dolciaria fornitrice delle squadre di calcio del massimo campionato italiano, di cui è licenziataria ufficiale, e dei militari.

Le praline, afferma l'imprenditore della provincia di Lecco, stanno prepotentemente conquistando terreno perché più comode e immediate, ideali per le pause-merenda e il fuori casa. Sebbene persista ancora l'abitudine al consumo di cioccolato in tavoletta, cresce la domanda dei mini-formati, dei piccoli peccati di gola. Sul fronte dei gusti, la scelta del fondente è sempre in cima agli acquisti con oltre il 40% delle preferenze, seguito da quello al latte. Perde invece smalto, nonostante la forte concentrazione di calcio, il cioccolato bianco che è sconsigliato in caso di intolleranza al lattosio per la presenza di latte in polvere.

«Queste nuove preferenze - continua Agostoni - si ripercuotono nella produzione. Tendenzialmente è inefficiente disperdersi tra tante referenze ma noi siamo considerati i re delle nicchie, il piccolo è nel nostro Dna. In gamma abbiamo cioccolato biologico, il kosher, l'halal, il vegan oltre a quello senza glutine. Cariche di energia anche per i consumatori sottoposti a regimi alimentari particolari».

Il consumo di cioccolato in Italia, nonostante l'inizio della scuola e l'arrivo del maltempo, resta ben ad di sotto della media europea, con appena quattro Kg di consumo pro-capite a fronte dei quasi dieci Kg consumati a testa nell'Europa del Nord. Ma quel che sta cambiando è l'attenzione degli italiani alla porzione, alla confezione, nonché alla sicurezza alimentare e alla produzione made in Italy. «E noi siamo orgogliosamente italiani - sottolinea il vicepresidente Icam Plinio Agostoni - pur essendo vicini al confine della Svizzera. Ci avevano proposto di spostare lo stabilimento di Orsenico oltrefrontiera, ma ci interessa mantenere il Know how dei nostri addetti, circa 300 dipendenti. In Italia siamo l'unica industria di settore, oltre a Ferrero, a realizzare il ciclo completo. L'America Latina fa la parte del leone tra i nostri fornitori di materia prima, ma spesso coproduciamo cacao. E informare i nostri consumatori su cosa c'è dietro la nostra cioccolata ci ha sempre fatto crescere, nei primi sei mesi 2016 del 10%».
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