Antonio Casagrande: "Il cinema italiano è malamente vivo. In giro solo immondizia". L'appello: "Finanziate i giovani"

Antonio Casagrande ed Egidio Carbone
Antonio Casagrande ed Egidio Carbone
di Francesca Cicatelli
Giovedì 28 Gennaio 2016, 20:49 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 15:49
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«Il cinema di oggi? E' malamente vivo. C'è bisogno di novità e giovani rispetto all'immondizia che c'è in giro». Antonio Casagrande, maestro del cinema italiano, non usa mezzi termini a margine della presentazione del mediometraggio Caligo del giovane regista campano Egidio Carbone.«I giovani devono andare avanti - dice - bisogna sostenerli e tutti noi maestri del passato che apparteniamo alla tradizione dobbiamo però vedere e pubblicizzare le opere d'avanguardia». Da qui l'appello ai produttori: «Perché non finanziate i giovani?» Casagrande sostiene l'opera di Carbone perché «l'arte è arte. È un film pieno di tradizione che si scontra con una modernità che affascina».

Caligo, dal nome di una farfalla, è la metafora di tutto ciò che si nasconde dietro un velo e dietro l'indifferenza delle persone" racconta Carbone, secondo cui il mediometraggio "rappresenta la voglia di vedere e volare". Il regista, laureato in ingegneria, ha applicato la scienza al cinema indagando l'intimo della materia e la sua costitutività. "Invece di osservare il mare - dice - intercetto le regole comportamentali della natura. L'attore come mezzo conduttore di una sensazione". La pellicola sembra quasi un'installazione artistica in movimento con richiami alla metafisica e all'esistenzialismo di Heidegger.




 



Dopo il cinepanettone, che a dicembre ci aveva quasi abituati alla leggerezza, Carbone si dice "felice di scardinare gli schemi. C'è bisogno di tutto, della commedia all'italiana ma anche del suo alter ego. Quando manca vengono meno gli stimoli e si riduce l'offerta per chi desidera portarsi a casa qualcosa di diverso rispetto a Zalone e Siani". Egidio Carbone, alla sua seconda opera cinematografica, si confronta con la teoria, da lui ideata, dell’attore costitutivo. Una sceneggiatura fuori dagli schemi al servizio della sperimentazione che il regista porta avanti dal periodo di studi alla facoltà di Ingegneria. Il film, basato sulla dicotomia ovvio/dubbio, vanta le collaborazioni con Mariano Rigillo, lo scienziato che conduce lo spettatore alla scoperta della relatività di Einstein, Antonio Casagrande, il liutaio che, sapientemente, dà forma al suo violino, e Angela Pagano, un’artista tra i colori che dipinge se stessa.

La colonna sonora, composta appositamente per il film dal maestro Enzo Amato ed eseguita da 15 solisti, accompagna il flusso dell’opera. Anche i luoghi scelti diventano parte integrante della sperimentazione come il cratere del Vesuvio, la spiaggia di Bagnara, luogo simbolo della speculazione edilizia, il Castel Sant’Elmo, il Museo Filangieri, la Biblioteca Nazionale e la città di Napoli nel suo insieme. Nel film si registra, inoltre, la partecipazione di Enzo Gragnaniello e James Senese nonché dei giornalisti Marialaura Massa, Carmine Bonanni e Walter De Maggio. Interpreti intensi ed eccellenti: Adele Rita Perna, Salvatore Cantalupo, Adriano Pantaleo, Anna Rita Del Piano, Fabio Balsamo, Antonella Elia, Rosario Verde, Patrizia Spinosi, Fiorenza Calogero, Anna Spagnuolo, Domenico Aria, Patrizia Di Martino, Ilenia Incoglia, Luigi Marano, Bianca Maruggi, Sarah Nettis, Shalana Santana, Ivano Schiavi, Antonella Valitutti. Dopo l’anteprima di Napoli, il film si presenta il 15 febbraio a Palermo, il 25 febbraio a Roma, il primo marzo a Matera.  Perché Carbone ha scelto proprio Napoli per un film così psichedelico? Lui risponde: "E dove altrimenti?".
 

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