Caligari, primo ciak a Ostia: Mastandrea racconta l'arrivo della cocaina nelle periferie

Caligari, primo ciak a Ostia: Mastandrea racconta l'arrivo della cocaina nelle periferie
di Fabio Ferzetti
Martedì 17 Febbraio 2015, 05:58 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 22:17
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Alla fine è successo il miracolo. Il nuovo film di Claudio Caligari si farà e il merito è tutto di Valerio Mastandrea, che ha creduto con tanta forza nel progetto da riportare sul set il regista di Amore tossico e L'odore della notte. Due soli film in trent'anni, ma di quelli che lasciano il segno, anche molto tempo dopo.

Come qualcuno ricorderà, per mettere finalmente in cantiere il terzo film di Caligari, Non essere cattivo, Mastandrea aveva lanciato su queste colonne una lettera aperta a Martin Scorsese, nume tutelare di tutto il cinema di Caligari. Il grande regista americano non si è fatto vivo, ma il gesto ha colpito nel segno. Se un attore del nome e del talento di Mastandrea si mette in gioco in prima persona, vuol dire che il progetto merita massima attenzione. Tanto che per riunire le risorse necessarie si sono unite per la prima volta due grandi società abituate a farsi una concorrenza spietata. La corazzata Raicinema con Paolo del Brocco, e la Taodue di Pietro Valsecchi, produttore di Checco Zalone e ora del film di Daniele Luchetti su papa Bergoglio. Con la Leone Film a suggellare questa strana alleanza, che lascerà comunque piena libertà a Valerio Mastandrea, produttore delegato di Non essere cattivo, già da mesi al fianco del regista.

ENTUSIASMO

«Sono tre anni che Mastandrea mi parla di Caligari», racconta Del Brocco, «ma devo dire che aveva ragione. Sono andato a rivedermi L'odore della notte e ci ho trovato l'energia folle di Drive, di Nicolas Winding Refn. Era giusto che Caligari facesse finalmente un altro film, anzi la formula produttiva che abbiamo messo a punto potrebbe servire a produrre altri autori “difficili” in futuro». Concorda Valsecchi: «Senza Mastandrea il film non sarebbe nai nato. Ma è stato decisivo anche l'entusiasmo di mia moglie Camilla Nesbitt, innamorata da sempre di Amore tossico.

Mi ha convinto a buttarmi in un film per il puro piacere di farlo, come se avessimo vent'anni».

Primo ciak a Ostia venerdì 20 febbraio dunque, con una scena che si ricollega idealmente a Amore tossico, anche se i personaggi non sono gli stessi perché ormai siamo nei primi anni 90. L'epoca in cui, come scrive Caligari, l'omologazione profetizzata da Pasolini si è realizzata con una ferocia «che supera le più pessimistiche previsioni». E i personaggi centrali, Cesare come il protagonista di Amore tossico, e Vittorio come il protagonista di Accattone, drogati ma soprattutto spacciatori e perfetti rappresentanti della nuova identità borgatara, vivono le loro “vite al massimo” in uno stato di perenne esaltazione figlia delle nuove droghe, cocaina in testa, così diverse dall'eroina che falciava i giovani senza futuro di Amore tossico.

PASOLINI

Sarà un film duro insomma, ma nulla è lasciato al caso. Dietro la sceneggiatura, che Caligari ha scritto con Francesca Serafini e Giordano Meacci, ci sono lunghe ricerche condotte dal regista con Emanuel Bevilacqua, che nell'Odore della notte interpretava “il Rozzo”. E appartenendo a una delle storiche famiglie pasoliniane, come i Citti e i Davoli (il padre e gli zii erano i napoletani di Accattone), oltre a essere nato e cresciuto a Ostia, ha fatto da Virgilio nel lungo viaggio di Caligari tra le facce e le storie, le notti e i segreti di quel pezzo di litorale così poco frequentato dal cinema italiano.

Tutto girato fra Ostia e Fiumicino, fotografato da Maurizio Calvesi, forte di un cast di giovanissimi in cui spiccano Luca Marinelli e Silvia D'Amico, Alessandro Borghi e Roberta Mattei, Non essere cattivo promette di raccontare un'Italia che non abbiamo voluto guardare. «Più che un nuovo Accattone o un altro Amore tossico, potrebbe forse uscirne un nuovo Mean Streets», azzarda Caligari. Non vediamo l'ora di scoprire se aveva ragione.