Festival di Cannes, trionfa Ken Loach: Palma d'oro a "I, Daniel Blake": «Il cinema protesti contro i potenti»

Festival di Cannes, trionfa Ken Loach: Palma d'oro a "I, Daniel Blake": «Il cinema protesti contro i potenti»
Domenica 22 Maggio 2016, 19:46 - Ultimo agg. 24 Maggio, 18:17
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Per fortuna Cannes non è solo paillettes e star, ma anche cultura e politica. La Palma d'oro va al regista più vecchio in concorso (80 anni), ovvero Ken Loach e al suo "I, Daniel Blake", che ricevendo il premio regala una frase contro l'attuale sistema liberale come questa: «un altro mondo è possibile e necessario». E non è da meno Xavier Dolan, Grand Prix per "Juste La fin du monde", che, rotto dal pianto e dall'emozione, dedica il suo premio al costumista Francois Barbeau (morto ad agosto) e fa capire che nei suoi film c'è molto di se stesso: «i miei personaggi sono a volte cattivi, a volte buoni - dice il regista canadese 27enne -, ma sono tutti feriti, vivono tra noi con paura. Nella vita si deve perseverare per essere amati, accettati».

E non sono stati solo questi i momenti belli di questa 69/ma edizione, che ha premiato alla fine il cinema d'impegno come è tradizione, in una cerimonia condotta con grazia dal maestro di cerimonia Laurent Lafitte. È il caso dell'attrice filippina del film di Brillante Mendoza "Mà Rosa", Jaclyn Jose che lontano dal glamour delle altre concorrenti, ha la Palma come miglior attrice e non sa davvero come superare l'emozione, sta per sentirsi male: «non so neppure come mai io sia qui. Saluto le Filippine, mia figlia». Ma la giuria composta dal presidente George Miller, Arnaud Desplechin, Kirsten Dunst, dalla nostra Valeria Golino, Mads Mikkelsen, Laszlo Nemes, Vanessa Paradis, Katayoon Shahabi e Donald Sutherland, tira fuori dal cappello anche due premi a Asghar Farhadi, quello andato a Shahabab Housseni, protagonista del bel film Le client, e poi la sceneggiatura a firma dello stesso regista. Dice Housseni: «ringrazio Dio che mio ha dato l'occasione di vivere questa serata». Mentre Farhadi commenta: «i premi ai miei film portano gioia al mio popolo».

 
Tra le sorprese di questa edizione il meritato Premio della Giuria andato ad "American Honey" della regista britannica Andrea Arnold in un film girato in America, che racconta l'altra faccia delle disoccupazione di Loach, ma questa volta oltre oceano: quella dei giovani americani che si consumano tra crack e lavori precari. Tra i momenti involontariamente divertenti di questa cerimonia la Camera d'or andata al film Divines di Houda Benyamina, regista franco-marocchina. Una cineasta che si è esibita nel ringraziamento più lungo della storia del festival chiudendo con una frase chiave del suo carattere: «ringrazio anche mio marito che mi sopportato». Unico premio alla Francia quello andato a Olivier Assayas, ovvero il premio miglior regia per "Personal Shopper" da condividere però con Cristian Mungiu e il suo "Bacalaureat". «Il cinema d'autore continua ad esistere anche grazie a Cannes - dice il regista romeno -. Abbiamo una grande responsabilità. Attenzione!».

Di seguito, i premi in ordine di assegnazione:

Premio Camera d'Or per la migliore opera prima: "Divines" di Houda Benyamina.

Palma d'oro del cortometraggio: "TimeCode", del regista spagnolo Juanjo Gimènez.

Premio della giuria: "American Honey" di Andrea Arnold.

Premio per il miglior attore: Shahab Hosseini per Le Client di Asghar Farhadi.

Premio per la miglior attrice: Jaclyn Jose per "Mà Rosa" di Brillante Mendoza.

Premio per la miglior sceneggiatura: Ashgar Farhadi per "Le Client".

Premio per il miglior regista: ex aequo a Olivier Assayas per "Personal Shopper" e Cristian Mungiu per "Bacalaureat".

Grand Prix della giuria: Xavier Dolan per "Juste la fin du monde".

Palma d'oro: I, Daniel Blake di Ken Loach.

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