Cannes e la "Giovinezza"di Caine: "Pazzo di Sorrentino"

Michael Caine, Jane Fonda, Harvey Keitel e Paolo Sorrentino ieri sul red carpet
Michael Caine, Jane Fonda, Harvey Keitel e Paolo Sorrentino ieri sul red carpet
di Titta Fiore
Giovedì 21 Maggio 2015, 21:33 - Ultimo agg. 21:34
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Michael Caine mancava da Cannes da quasi cinquant'anni. «Ci venni per accompagnare ”Alfie”. Il film fu premiato, io no. E da allora non ci sono più tornato». Sorrisi, ironia. Humour inossidabile. «Al primo incontro mi disse: ”per una battuta potrei uccidere”» racconta Sorrentino. Stesso sentire, il feeling è stato immediato. Due Oscar (vinti per «Hannah e le sue sorelle» e «Le regole della casa del sidro»), oltre cento film alle spalle, a 82 anni Caine è un maestro della settima arte, un mostro sacro, ma la sua occupazione preferita, racconta, è fare il nonno dei tre adorati nipoti. Per lui, ieri in sala, un personale trionfo. Quando Sorrentino le ha proposto «Youth», che cosa ha pensato?

«Agli Oscar avevo votato per ”La grande bellezza”, mi aveva colpito, la proposta di girare con un regista così talentuoso è stata una piacevole sorpresa. Ho accettato subito, non potevo credere che avesse scritto il ruolo proprio per me. Sto invecchiando, non mi offrono più parti da protagonista, ”Youth” è stato lo choc più piacevole della mia carriera».

E ora rieccola a Cannes.

«Andrò ovunque a sostenere il film, è magnifico e tutto il nostro gruppo di lavoro meriterebbe un premio».

Che cosa le piace del suo personaggio?

«La profondità del sentire. È come uno specchio in cui tutti possiamo rifletterci. Sorrentino non è solo un grande regista, è anche un ottimo scrittore, con una particolare sensibilità».

È difficile interpretare un vecchio?

«Più difficile interpretare un morto».

Come si convive con la vecchiaia?

"Bene, considerando che non ci sono alternative. Io me la cavo, ho tre nipotini e cerco di tenermi in forma per loro. Ho smesso di bere e di mangiare, mi sono messo a dieta e ho perso quindici chili. Vorrei vivere abbastanza per vederli crescere».

L'essenza del film, secondo lei, qual è?

«Beh, è la morte. Ma intendiamoci: io ho intenzione di vivere il più a lungo possibile».

Il suo personaggio le assomiglia?

«Per niente, è quanto di più lontano da me. Ma il ruolo è straordinario, sul set sono stato felice, lavorare con Paolo è facile perché ha l'intelligenza di lasciarti libero».

Intorno a lei un grande cast.

«Ho fatto il servizio militare: in guerra si sopravvive grazie a chi ti sta accanto. E nel cinema accade lo stesso».

La imbarazza vedersi nudo sullo schermo?

«Non m’importa, è l’unico corpo che ho. Invecchiare capita a tutti, prima o poi».

Nel film tiene un concerto per la regina Elisabetta. L’ha mai incontrata?

«Certo, quando mi ha fatto baronetto. Se non ricordo male, non mi ha detto granché, nelle cerimonie ufficiali va così. Però ricordo di averla rivista a un ricevimento, era accanto a un tipo molto noioso. Mi ha chiesto se conoscevo qualche barzelletta. ”Niente di riferibile, maestà”. ”Allora gliene racconto una io”. Ha un gran senso dell’umorismo».

Che cos’è per lei la giovinezza, sir Caine?

«Quella che hai perso e non riavrai mai più. Il manifesto di ”Youth” con il nudo di Madalina Ghenea, tanto per dire, mi fa piangere».
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