Capatonda torna con «Omicidio all'italiana»: «Una commedia nera sulla tv del dolore»

Capatonda torna con «Omicidio all'italiana»: «Una commedia nera sulla tv del dolore»
di ​Oscar Cosulich
Giovedì 23 Febbraio 2017, 09:05
3 Minuti di Lettura
Acitrullo è un borgo di sedici abitanti, arroccato tra gli Appennini e ignorato dal mondo. Il sindaco Piero Peluria (Maccio Capatonda, nome d'arte di Marcello Macchia) cerca in ogni modo di rilanciarne l'immagine, ma non sarà certo la festa di San Ceppato, santo patrono locale, ad attirare turismo in una località così priva di attrattive, mentre i suoi concittadini emigrano a Campobasso. L'illuminazione viene quando alla tv il sindaco vede il popolare programma «Chi l'acciso?», condotto dalla bomba sexy Donatella Spruzzone (Sabrina Ferilli). Cos'ha di meno Acitrullo, rispetto a località come Cogne, Garlasco, o Avetrana, mete di morboso turismo? Un efferato delitto. E così, con la collaborazione del fratello, il vicesindaco Marino Peluria (Herbert Ballerina, nome d'arte di Luigi Luciano), anche Acitrullo avrà il suo cadavere da offrire alle televisioni e ai giornali, generando attenzione mediatica e turismo, anche se non tutto andrà come previsto. È questo il punto di partenza di «Omicidio all'italiana», secondo lungometraggio scritto (con Gianluca Ansanelli, Luigi Luciano, Daniele Grigolo, Danilo Carlani e Sergio Spaccavento) e diretto da Marcello Macchia, dopo il brillante esordio di «Italiano medio». Il film è un esilarante esempio di humour nero, coniugato alla denuncia sociale, prodotto da Marco Belardi sarà distribuito da Medusa Film in oltre 400 copie, a partire dal 2 marzo.

Nel film Maccio Capatonda, oltre al ruolo del sindaco, interpreta anche quelli del politico Filippo Bello e del povero Eugenio Normale, martirizzato da una famiglia decisamente sopra le righe, capitanata dalla napoletana Antonia Truppo. All'affiatato tandem Capatonda-Ballerina si affiancano poi le performance del vanesio commissario Fiutozzi (Gigio Morra), dell'integerrima ispettrice Sandra Pertinente (Roberta Mattei), di Ivo Avido, Fabrizio Biggio e Ninni Bruschetta. Ieri a Roma il regista, accompagnato da parte del cast ha presentato il film alla stampa. «Sono una divoratrice di tv e vedo un po' tutto, sul piccolo schermo c'è un eccesso di cronaca nera e la spettacolarizzazione del dolore in chiave tragicomica», racconta la Ferilli: «Il dolore prevede il lutto, una riservatezza che non si ritrova né nei conduttori tv, né nei parenti. Questo di Capatonda è un film sofisticato, che racconta in modo lucido certe abitudini italiane: si fa intrattenimento, ma non troppo politically correct». Capatonda incassa i meritati complimenti, sottolineando che il suo «è un film che mi auguro faccia ridere, ma anche riflettere gli spettatori. In Omicidio all'italiana, a parte l'ispettrice Sandra Pertinente, nome che ho scelto per evocare quello di Sandro Pertini, non si salva nessuno, infatti non me la prendo solo con la stampa e la tv, ma con tutti, a partire dal turismo dell'orrore. È una cosa cui ho iniziato a pensare dopo il naufragio della Concordia all'Isola del Giglio, ma ci sono poi i casi tipici di Avetrana e Cogne, dove sono andato a scrivere la sceneggiatura, per capire meglio le dinamiche della morbosità. Sono tragedie cui noi spettatori ci appassioniamo come fossero fiction, o partite di calcio. È stata bravissima Ferilli nel far passare questo messaggio serio nel suo monologo nella roulotte, che per me è la chiave dell'intero film».

Continua a leggere sul Mattino Digital
© RIPRODUZIONE RISERVATA