Cerlino, boss di Gomorra e poliziotto tra i «Falchi»

Cerlino, boss di Gomorra e poliziotto tra i «Falchi»
di ​Diego Del Pozzo
Lunedì 18 Aprile 2016, 13:04 - Ultimo agg. 19 Aprile, 08:43
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A proposito di riletture d'autore del genere crime-noir, filo conduttore tematico degli Incontri del cinema di Sorrento terminati ieri sera, ulteriori elementi di novità potrebbero arrivare da un film italiano indipendente progettato per declinare i cortocircuiti tra genere e autorialità in modo sorprendente. S'intitola semplicemente «Falchi», arriva dalla Campania ed è il secondo lungometraggio da regista di Toni D'Angelo, figlio del cantante Nino, 37 anni e un indubbio talento visivo già messo in mostra in corti, documentari e nel torbido noir «L'innocenza di Clara».

Le riprese di «Falchi» sono in corso da due settimane, prima a Castelvolturno e poi in pieno centro di Napoli, soprattutto nei dintorni della Stazione Centrale, in un'area della città a densissima presenza della comunità cinese, che non a caso ha un ruolo nella trama ed è ben incarnata dall'attrice esordiente Ma Xiao Ya. I protagonisti maschili sono Fortunato Cerlino, Michele Riondino e Pippo Delbono. Nei ruoli di contorno ci sono, tra gli altri, Salvatore Striano e Stefania Sandrelli, con un cameo di Nino D'Angelo, che potrebbe anche comporre la colonna sonora.Scritto dallo stesso Toni D'Angelo assieme a Giorgio Caruso e Marcello Olivieri «Con un occhio a Jean-Pierre Melville e l'altro a Johnnie To», spiega il regista «Falchi» è prodotto da Gianluca Curti per Minerva Pictures e Gaetano Di Vaio per Figli del Bronx con Rai Cinema, lo stesso sodalizio di «Là-bas Educazione criminale» (miglior opera prima a Venezia 2011), «Take Five» e «Per amor vostro» (Coppa Volpi a Valeria Golino alla Mostra dell'anno scorso).

Il film, con budget di un milione e 400mila euro, punta proprio al Lido, ma ha già l'uscita in sala fissata per novembre con Koch Media. «Si tratta di un progetto ambizioso, che abbiamo affidato sottolinea Di Vaio a un cineasta come Toni, capace di farci venire in mente le suggestioni di maestri del poliziesco-melò come Abel Ferrara e il cinese To».In effetti, l'approccio di Toni D'Angelo nei confronti del genere gangster-crime è personale. «Questo film precisa il regista indaga nelle interiorità di due uomini alle prese con un processo di evoluzione, sia positiva che negativa.

Il fatto che di lavoro siano poliziotti è soltanto un espediente narrativo, poiché a me interessa soprattutto calarmi nelle loro anime e metterli alla prova con una vicenda di speranza e di seconde possibilità. Inoltre, Falchi mi permette di misurarmi con quella Napoli popolare che ho conosciuto, fin da bambino, dai racconti di mio padre; una Napoli che vorrei far rivivere nella musicalità delle sequenze e nella visionarietà dello stile, in modo da lasciarne intatta l'unicità rendendone universali i significati».

Al centro del film ci sono Peppe e Francesco (Cerlino e Riondino), agenti della sezione speciale della squadra mobile partenopea, guidata dal funzionario Marino di Delbono. «Il fatto di passare dal ruolo del boss Pietro Savastano di Gomorra La serie a quello di un poliziotto racconta Fortunato Cerlino, a Sorrento assieme a D'Angelo e Di Vaio non ha per me un significato così importante, perché in entrambi i casi il mio lavoro vero è entrare nel loro animo, proprio come se avessi un viaggio da affrontare. In un caso metto in valigia alcuni oggetti; nell'altro, ne porto con me di diversi. Ma stando sempre attento a lasciare un po' di spazio, da riempire sul set, lasciandomi sorprendere dall'occasione, dalle interazioni con i compagni di set, dalle suggestioni dei luoghi. L'aspetto più affascinante del ruolo di Peppe è stata la sua assenza di passato, che mi ha permesso di costruirgli una biografia immaginaria con enorme libertà creativa. Sia lui che il Francesco di Riondino sono personaggi borderline, privi di compromessi, destinati prima o poi a fare i conti con loro stessi. Ci siamo confrontati anche con qualche vero falco e ci siamo resi conto che hanno una preparazione, anche fisica, straordinaria».Accanto agli attori, protagonista del film è Napoli.

«Mi sto divertendo a ricostruire geograficamente la città aggiunge Toni D'Angelo proprio come un set teatrale, spostando i pezzi, riassemblandoli e modificandoli di senso.

Stiamo girando sequenze action anche molto complicate e la città sta rispondendo bene». Ma Napoli, naturalmente, sta facendo sentire anche il suo calore, durante le riprese, soprattutto a un personaggio ormai iconico come Cerlino-Savastano. «Io, però, considero un privilegio tutto quest'affetto», spiega l'attore napoletano che, tra qualche settimana, inizierà a girare la serie-kolossal «Britannia», prodotta da Sky Europe e ambientata al tempo dell'Impero Romano. «Anche se a volte conclude è un po' difficile far capire a chi si stupisce dei miei cambi di personaggio che, essendo un attore, posso interpretare sia il boss di Gomorra che un poliziotto dei Falchi. Ma a Napoli, si sa, il pubblico è tuo fratello, è qualcuno di famiglia».

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