La nuova «Gomorra»
mette le mani sulla città

La nuova «Gomorra» mette le mani sulla città
di Diego Del Pozzo
Martedì 30 Maggio 2017, 09:17 - Ultimo agg. 23:56
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 Oltre 150 giorni di riprese da ottobre 2016 a oggi, più di 160 location tra l’Italia e l’estero, 350 attori coinvolti, 4500 comparse, varie troupe per un totale di 140 persone: questi numeri rendono l’idea delle dimensioni raggiunte dal progetto di «Gomorra – La serie», il kolossal di genere crime tratto dal romanzo di Roberto Saviano e capace di riscrivere le regole della serialità Made in Italy, con un gradimento globale che lo ha fatto vendere, finora, in ben 190 nazioni. I numeri danno anche l’idea dell’attesa che circonda la terza stagione, dopo il finale della precedente con l’omicidio del boss Pietro Savastano di Fortunato Cerlino per mano del Ciro Di Marzio interpretato da Marco D’Amore.

Così, per presentare i 12 nuovi episodi, in onda in autunno su Sky Atlantic (canale 110 di Sky), la produzione Sky-Cattleya-Fandango ha fatto le cose in grande, portando sul set, nel cuore del centro antico di Napoli, una cinquantina di operatori dell’informazione italiani e internazionali, accolti dal produttore esecutivo di Sky Nils Hartmann, in modo da farli assistere a una tra le ultime giornate di lavoro, con protagonisti D’Amore e la new entry Arturo Muselli, giovane attore napoletano visto di recente ne «La tenerezza» di Amelio e «La parrucchiera» di Incerti.

Sul set, alla regia c’è Francesca Comencini. Si gira in un garage di vico dei Panettieri, nei Decumani, a poche centinaia di metri dal complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore. Nel locale è allestita una lurida sala biliardo, nella quale i camorristi sono impegnati a preparare un’operazione criminale. Ciro «L’immortale» si rivolge a Enzo, il nuovo personaggio interpretato da Muselli, mostrandogli una mappa e spiegandogli un percorso attraverso un edificio a rischio crollo. Alla richiesta di spiegazioni, arriva una risposta durissima che sembra una sorta di manifesto ideologico gomorriano, pronunciata nel napoletano gutturale della seRie: «Se vuoi stare in mezzo alla strada devi stare sempre un passo avanti rispetto a chi ti viene addosso».

Le mani di Ciro sulla mappa sono le mani della camorra sulla città, perché la grande novità della terza stagione – come anticipato nei mesi scorsi da «Il Mattino» – è che la sanguinosa guerra tra clan camorristici lascerà Scampia e Secondigliano per deflagrare in pieno centro di Napoli, rifacendosi agli spunti della cronaca nera, per poi trasfigurarli e renderli universali. Sulla scena, infatti, irrompe una nuova gang (guidata dal personaggio di Muselli), che rompe gli equilibri dei clan storici del centro e, al tempo stesso, deve vedersela con i camorristi giunti dalla periferia. Il riferimento più immediato è alle cosiddette «paranze dei bambini», i mini-clan frammentati sul territorio e composti da giovanissimi totalmente fuori controllo, anche se l’età dei criminali sul set chiamati «talebani» è più alta rispetto ai loro omologhi reali.

«Ma a noi – spiega il produttore di Cattleya, Riccardo Tozzi – interessava mostrare il conflitto tra nuova e vecchia camorra, anche perché le baby paranze le avevamo già anticipate nella seconda stagione, col giovane gruppo armato capeggiato da O’ Track». La conferma dell’intreccio con la realtà giunge da Claudio Cupellini, il regista che firma la terza stagione assieme alla sola Comencini (lui gli episodi 1-2-3-7-8-9, lei quelli 4-5-6-10-11-12), dopo che Stefano Sollima s’è tirato fuori per dedicarsi ai progetti americani. «Anche stavolta, il materiale degli sceneggiatori – sottolinea Cupellini – è stato estremamente fluido, in modo da farci adeguare sul set alle sollecitazioni che ci giungevano in tempo Reale dal territorio.

D’altra parte, fin dall’inizio, “Gomorra” ha intercettato i cambiamenti in atto nella Napoli del crimine, inseguendo la realtà nel suo farsi cronaca, sempre con coerenza nei confronti dei personaggi e delle loro storie e con senso di responsabilità verso gli spettatori». Da parte sua, l’altra regista Francesca Comencini mette in evidenza i mutamenti continui del progetto: «La scommessa resta quella di realizzare varie stagioni all’interno del medesimo contenitore drammaturgico, senza però mai ripeterci. In tal senso, l’ampliamento dei confini geografici, da Scampia all’intera Napoli, ci permette di portare avanti nuove sfide e assecondare l’evoluzione della serie. Infatti, caratteristiCa della nuova stagione, accanto alla maggiore ampiezza del territorio, sarà una più spiccata unità emotiva, provocata dalle perdite subite dai vari personaggi e dal modo nel quale dovranno gestirle».

La terza stagione, infatti, inizierà con Ciro che, nonostante la vendetta su don Pietro, deve affrontare il vuoto dovuto alla distruzione della sua famiglia («Lui è un essere umano che ha vissuto un percorso disumano», sottolinea Marco D’Amore); col Genny Savastano di Salvatore Esposito impegnato a gestire i due mondi che sembra aver conquistato, Roma e Napoli Nord («Ma, nel corso degli episodi, si capirà meglio il rapporto complesso tra lui e Ciro», anticipa Esposito); con la donna boss Scianèl sempre più feroce dopo aver perso il figlio («Ho lavorato di cesello sul personaggio – racconta la sua interprete Cristina Donadio – per comunicare emozioni con gli sguardi, continuando a narrare l’orrore»); con l’altra protagonista femminile Patrizia di Cristiana Dell’Anna che deve reagire alla morte del compagno Pietro Savastano («Il sentimento prevalente del mio personaggio è la rabbia, che ho trasformato in emozione», spiega l’attriCe).

Accanto ai veterani D’Amore, Esposito, Dell’Anna e Donadio, i due nuovi protagonisti sono Arturo Muselli e Loris De Luna: il primo è Enzo, «giovane criminale che rappresenta il nuovo, anche se è il nipote di qualcuno che ha contato molto nella camorra cittadina»; il secondo è Valerio, «ragazzo della Napoli bene e di famiglia agiata, attratto dal fascino oscuro della criminalità». Inoltre, torneranno anche i personaggi di Ivana Lotito (Azzurra, la moglie di Genny), Gianfranco Gallo (Giuseppe Avitabile, il padre di Azzurra), Fabio De Caro (il killer Malamò).

Scritta da Leonardo Fasoli, Maddalena RavaGli e Ludovica Rampoldi, prodotta da Sky, Cattleya e Fandango in collaborazione con Beta Film, la terza stagione di «Gomorra – La serie» s’è avvalsa della collaborazione sul territorio di Film Commission Regione Campania e Bronx Film. «Proprio il territorio – conclude il produttore Riccardo Tozzi, che annuncia anche la quarta stagione – è il vero cuore dell’intero progetto e il principale motivo del successo anche americano.
Lo shock visivo provocato da luoghi reali potenti come quelli di Napoli è simile a ciò che al cinema portò nel dopoguerra un film epocale come “Roma città aperta” di Rossellini».

 
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