Mya, esuberante bellezza mediterranea, lavora in un pub come cameriera e, quando finisce il suo turno, approfitta del microfono del locale, ma non le basta: «Mya - Un sogno da vivere» è il nuovo film scritto e diretto da Federico Moccia, in uscita oggi, nel cast, con la protagonista, la napoletana Flora Vona, 40 anni, anche ideatrice della storia, e Vincent Riotta e Ludovico Fremont.
Mya ha 30 anni e un figlio di 12, vuole diventare una cantante di professione, ma non sa fino a dove sarà disposta a spingersi per realizzare la sua ambizione.
Vona, lei e la protagonista siete entrambe cantanti.
«Il mio è un tributo a una grande artista morta prematuramente: Amy Winehouse. Anche lei, come il mio personaggio, ha avuto problemi di tossicodipendenza. In comune con Mya c'è anche la maternità: suo figlio ha due anni in meno del mio, ma siamo entrambe madri. Mya ha paura di poter trasmettere involontariamente le sue sofferenze al figlio. È la storia di una donna, di una mamma, delle sue fragilità, dei suoi bisogni, del tentativo di riprendere in mano la propria vita e quella del figlio».
Lo showbusiness nel film è un mondo molto brutto, fatto di avances sessuali, brutalità, dipendenze.
«Gli appartengo, ma è una realtà. Sono molti gli approfittatori, soprattutto in ambito musicale. Si travestono da anime buone, ma sono lì per succhiare energia ai talenti. Bisogna evitare di credere a chi ha in mente altro rispetto a quello che dice. Senza farci ingannare, come succede a Mya. La resilienza è alla base della storia. Non bisogna arrendersi, mai, e non bisogna lasciare agli altri - produttori, manager - di metterci un'etichetta addosso».
E l'amore?
«Qui entra in gioco il talento di Moccia. Mya, come me, conserva la sua essenza adolescenziale. Ha perso la madre da bambina, e custodisce gelosamente la sua parte infantile: nonostante il passare degli anni, si conserva pura e ingenua, fin troppo. Cresce da sola suo figlio e cerca un uomo, capace di aiutarla e supportarla. Pensa di averlo trovato nel produttore, ma... capirà quanto è facile ingannare se stessa».
C'è anche un ospite davvero speciale nel film.
«Gianluca Grignani, con alcune delle sue bellissime canzoni. La sua presenza è davvero importante per la completezza della nostra storia».
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