«L'equilibrio», nel film di Marra Cristo si ferma a Ponticelli

«L'equilibrio», nel film di Marra Cristo si ferma a Ponticelli
Martedì 19 Settembre 2017, 16:30
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«Il mio film nasce dal sogno di realizzare una pellicola 'cristologica'. Raccontare, tramite un discorso metaforico, il cammino di Cristo nella vita metropolitana moderna». Vincenzo Marra, regista e sceneggiatore, spiega all'Adnkronos come nasce l'idea per il suo ultimo film. 'L'equilibriò, in uscita giovedì nelle sale italiane, ma già presentato alle Giornate degli Autori della 74esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, «racconta il cammino di un sacerdote, che non si ferma davanti a nulla, neanche alla paura, in territori difficili, disagiati e preda della criminalità organizzata», il tutto girato principalmente a Ponticelli spiega il regista. Don Giuseppe, il protagonista della pellicola, interpretato da Mimmo Borrelli, è un sacerdote che per paura di cadere in tentazione, attratto da una donna, si fa trasferire in un comune campano dilaniato dai rifiuti tossici e dalla malavita, oltre che dall'incombente povertà. «Il mio film - il sesto girato a Napoli - non ha paura di denunciare. Ogni anno passo molti mesi della mia vita dall'altra parte del mondo, forse per questo - spiega Marra - riesco ad avere più lucidità nel giudicare questioni nazionali inconcepibili alle quali troppo spesso ci si abitua».

Oltre un anno di preparazione nelle varie periferie napoletane, parlando con i preti, ma alla fine la scelta della location è caduta su un quartiere a est di Napoli, Ponticelli. «Ho visto tanta miseria e, insieme alla squadra produzione, abbiamo cercato di coinvolgere le persone. In molti hanno partecipato come comparse - dice Marra, che precisa - Non sono mai sceso a patti con la camorra, sarebbe un controsenso. Ho girato tre film a Scampia, se fossi stato avvicinato dalle organizzazioni criminali me ne sarei andato». 'L'equilibriò. Quello che non tarda a vacillare quando Don Giuseppe, da poco arrivato nel quartiere, si immischia in questioni criminali, con la volontà di apportare cambiamenti. «Più che giudicare, il mio film vuole porsi degli interrogativi. Qual è il ruolo di un sacerdote in territori così difficili? - si chiede il regista e sceneggiatore - Ho pensato a due figure: una figura che riesce a mantenere gli equilibri e un'altra che non ha freni. Spesso - continua Marra - le idee dei due personaggi si sovrappongono. Proprio questa dicotomia è una delle ricchezze di questo film».

Un'interpretazione da incorniciare quella di Borrelli, reduce da un'affascinante recita in 'Sanghenapule' (2016) prodotto con Roberto Saviano. «Mi sono subito artisticamente innamorato di lui - dice Marra, riferendosi a Borrelli - I miei provini sono sempre molto duri, includono prove fisiche.
Mi serviva un sacerdote come lui, un uomo possente che potesse avere reazioni forti. Un leone religioso, non una pecorella smarrita». Sui progetti futuri, invece, il regista resta vago ma confessa di aver già scritto qualche storia. «Ora servono solo i soldi di un produttore», scherza.
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