«La buona uscita», Enrico Iannaccone: «La borghesia napoletana mi diverte»

«La buona uscita», Enrico Iannaccone: «La borghesia napoletana mi diverte»
di Francesca Cicatelli
Martedì 3 Maggio 2016, 20:56 - Ultimo agg. 14 Giugno, 18:00
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Finalmente se ne parla ha osato vociare qualcuno all'uscita del film. Ebbene "La buona uscita" (prodotto da Luciano Stella), opera prima del napoletano Enrico Iannaccone, già vincitore di un David di Donatello per il corto "L'Esecuzione" nel 2013 è una visione chiara della borghesia partenopea come nessuno ha osato raccontare. Non ti aspetti che a parlare con disincanto dei "mali di Napoli" sia un giovane di 26 anni che patina la città con il filtro del cinismo e dei colori scuri.
 




Lui cresciuto a pane, Fellini e Ferreri.  La Buona Uscita è la storia grottesca e feroce della giovane borghesia napoletana, ricca e strafottente monade egoista. Un mondo solitario e narciso che consuma cibo e piaceri senza alcuna relazione umana reale ma che usa le persone. L'unica che sembra accorgersi dell'aridità che la circonda è Lucrezia Sembiante, donna matura e libera anche nei sentimenti interpretata da Gea Martire protagonista con Marco Cavalli nei panni di Marco Macaluso, gaudente imprenditore senza scrupoli sull'orlo della bancarotta. Scritto in una notte e girato in tre giorni, il film esce nei cinema dal 5 maggio. 

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