M'Barka canta «Guaglione»
nel fim di Natale con Bisio

M'Barka Ben Taleb fotografata da Eugenio De Blasio
M'Barka Ben Taleb fotografata da Eugenio De Blasio
Lunedì 5 Dicembre 2016, 14:30
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C'è ancora il cinema nella carriera di M'Barka Ben Taleb, cantante tunisina ormai napoletana adottiva. Dopo «Passione» di John Turturro, dopo «Gigolò per caso» ancora di Turturro al fianco di Woody Allen e Sharon Stone in cui appariva oltre che cantava, questa volta la ascolteremo soltanto. Con un ennesimo omaggio alla cultura musicale della sua città adottiva. C'è, infatti, anche la sua versione di «Guaglione» nella colonna sonora di uno dei più attesi film di Natale, «Non c’è più religione», per la regia di Luca Miniero, con Angela Finocchiaro, Alessandro Gassman e Claudio Bisio.
Nel brano, ennesimo singolo estratto da «Passion fruit», l’ultimo album della leonessa maghrebina, la sensuale vocalist canta in arabo (nella traduzione di Lili Boniche), napoletano e francese, trasformando il classico di Nisa e Fanciulli in una sorta di sberleffo agli aspiranti toyboy, oltre che un omaggio, con tanto di scratch, alle storiche versioni del successo incise da Aurelio Fierro e Dalida, Il pezzo nel film sonorizza una lunga scena in cui Alessandro Gassman e Claudio Bisio si immergono in acqua con le bombole.

L'album «Passion fruit»  tiene insieme cover di brani che la voce unica dell’araba di Napoli e la produzione artistica firmata dal beatmaker Tonico '70, dal violoncellista Arcangelo Michele Caso e da Salvio Vassallo, conducono in una nuova dimensione. ’Barka Ben Taleb gioca con le lingue, passando dal francese all'italiano, dal napoletano all'arabo, ma anche con i ritmi e i beat. L’album contiene 6 cover di grandi successi nazionali e internazionali, qui reinterpretati al femminile con ironia e sensualità, e 3 brani inediti nati dall’incontro con il maestro della nuova canzone napoletana, Enzo Gragnaniello, il beatmaker Tonico ’70 e il chitarrista Fausto Mesolella, oltre che dalla collaborazione con giovani creativi «newpolitani», musicisti della nuovissima scena musicale partenopea, come l’autore Alessio Arena e la band Il Tesoro di San Gennaro. Il cd è alla sua seconda edizione: dopo la prima su etichetta Full Heads è disponibile su Europhone Records/Veloce Entertainment e prodotto da Gennaro de Concilio con Michele J. Romano.
«Non c'è più religione» scritto da Luca Miniero con Sandro Petraglia e Astutillo Smeriglia, è prodotto da Cattleya con Rai Cinema. Uscirà nei cinema da mercoledì 7 dicembre distribuito da 01 Distribution. La trama? 
Una piccola isola del Mediterraneo e un presepe vivente da realizzare come ogni anno per celebrare il Natale. Purtroppo quest’anno il Gesù Bambino titolare è cresciuto: ha barba e brufoli da adolescente e nella culla non ci sta proprio. A Porto Buio però non nascono più bambini da un pezzo ma bisogna trovarne un altro a tutti i costi: la tradizione del presepe è infatti l’unica «resistenza per non scomparire». Il sindaco Cecco, fresco di nomina, vorrebbe chiederne uno in prestito ai tunisini che vivono sull’isola: peccato che fra le due comunità non corra buon sangue. Ad aiutarlo nell’impresa due amici di vecchia data: Bilal, al secolo Marietto, italiano convertito all'Islam e guida dei tunisini, e suor Marta, che non ne vuole sapere di «profanare» la culla di Gesù. I tre si ritroveranno uno contro l’altro, usando la scusa della religione per saldare i conti con il proprio passato… Un lama al posto del bue, un Gesù musulmano e un ramadan cristiano, una chiesa divisa in due e una madonna buddista: un presepe vivente così non si vedeva da 2000 anni nella piccola isola di Porto Buio. Una commedia esilarante sull’Italia di oggi, che si arrangia come può, dove l’unica religione che conta è la fantasia. E in cui anche la scelta di una scheggia di antica, ma rimodernata, canzone napoletana, se affidata ad un simbolo di integrazione come M'Barka Ben Taleb non è certo casuale.
 
 



 

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