Festival di Venezia, Mel Gibson
presenta il film di guerra «Hacksaw Ridge»

Festival di Venezia, Mel Gibson presenta il film di guerra «Hacksaw Ridge»
Domenica 4 Settembre 2016, 16:44 - Ultimo agg. 6 Settembre, 08:52
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«Odiare la guerra, ma amare i guerrieri». È il comandamento di Mel Gibson, che porta fuori concorso alla 73ma Mostra di Venezia 'Hacksaw Ridgè. Il war movie racconta la storia vera di Desmond Doss che a Okinawa, durante una delle più furiose battaglie della seconda guerra mondiale, salvò 75 uomini senza sparare un solo colpo. Convinto che la guerra fosse una scelta giustificata, ma per credo religioso che uccidere fosse sbagliato, combatté in prima linea senza impugnare alcuna arma: Doss fu il primo obiettore di coscienza insignito della Medaglia d'Onore del Congresso, la più alta onorificenza militare americana. A interpretarlo Andrew Garfield, nel cast anche Teresa Plamer, Vince Vaughn, Hugo Weaving e Luke Bracey, il film applaudito in proiezione stampa potrà giocarsi più di qualche buona carta per l'award season americana: un felice ritorno alla regia per Gibson, che dimostra grande talento visivo nelle scene, assai cruente, di battaglia.
 

 


«Prendere uomo normale che fa cose straordinarie in circostanze difficilissime, è quel che rende questa storia leggendaria», dice Mel, aggiungendo: «Nel mezzo dell'inferno terrestre, va alla guerra a mani nude se non con la sua fede: questo mi ha ispirato, queste sono le storie, gli eroi che dovremmo raccontare». E poi una battuta su Hollywood: «Che significa per me in una parola? Sopravvivenza, la parola che usano tutti». Garfield, viceversa, sottolinea una «cosa straordinaria: Desmond era un uomo semplice, sapeva che non doveva uccidere un altro uomo, ma voleva comunque servire la sua patria» e riflette sull'oggi, tra Isis e altre violenze religiosamente connotate: «La società è violenta, ci sono separazioni, ideologie armate, e il mio Doss è un simbolo, incarna l'idea del vivi e lascia vivere». «Interpretarlo - continua l'attore - è stato difficile, perché fare qualcosa in un Paese che gli ordina il contrario, arrivare a questo tipo di vita coerente con se stessi è arduo».

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