Sorrentino: «Perché un film su Berlusconi? Perché sono italiano»

Sorrentino: «Perché un film su Berlusconi? Perché sono italiano»
Lunedì 22 Maggio 2017, 16:11
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«Perché un film su Berlusconi? Perché sono italiano e voglio fare film sugli italiani. Berlusconi è un archetipo dell'italianità e attraverso lui puoi raccontare gli italiani», dice Paolo Sorrentino confermando il suo prossimo film, con Toni Servillo protagonista e riprese a Roma. Il membro della giuria di Cannes 70, presieduta da Pedro Almodovar, è stato intervistato dal festival. Da giurato guarda i film dalla doppia prospettiva, «da spettatore e da regista. Cerco l'equilibrio tra il film e la verità del film che secondo me sta nell'onestà del racconto, nella volontà di non imbrogliare lo spettatore e nel restituire la verità attraverso la falsità dell'arte cinematografica. Questo è il grande gioco del cinema». Il regista, che a Cannes aveva portato Il Divo (Premio della giuria nel 2008), This must be the Place con Sean Penn nel 2011, La Grande Bellezza uscito a mani vuote nel 2013 e Youth nel 2015, è tenuto al riserbo del suo ruolo di giurato, ma non sull'atmosfera che si è creata né sull'esperienza. «Dentro la giuria le relazioni sono fantastiche, c'è un grande rispetto reciproco, abbiamo tutti noi personalità molto forti, ma anche un grande senso di democrazia. Almodovar, che prende molto sul serio il destino dei film e dei registi che li hanno realizzati, richiede attenzione ai giurati, ci invita ad essere responsabili e attenti e franchi nei confronti dei film che stiamo vedendo», dice nell'intervista realizzata dal festival.
Secondo Sorrentino, è «meno stressante essere un membro della giuria che venire a presentare un film a Cannes dove sei esposto in prima persona. E poi si lavora in gruppo e questo corrisponde molto alla mia personalità. Ho l'impressione di capire meglio questo frenetico festival». Parlando del suo rapporto con gli attori, con Toni Servillo in particolare, suo affezionato interprete, dice: «Ho un rapporto giocoso, leggero, soprattutto con Toni, cerco sul set di creare un ambiente sereno, lavorando con leggerezza e certamente ironia e senso dell'umorismo. Cerco sempre con gli attori di non far sentire loro il peso delle riprese: gli attori sono ansiosi di far parte di un film ambizioso e io provo ad attenuare queste pressioni». Ad un film su Napoli, racconta, «penso davvero da tantissimo tempo, ma non è ancora arrivato il momento di parlarne. Napoli è una città che appartiene alle mie emozioni, la presenterò aperta al mare, racconterò la sua grande vitalità. Roma, dove vivo, è una città più dormiente dove la gente si lascia vivere, mentre i napoletani si reinventano quotidianamente. Ogni giorno decidono che vita intraprendere e Napoli la voglio raccontare così». 
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