Gigi e Ross: «Portiamo al cinema tutti i colori di Napoli» | Video

Gigi e Ross: «Portiamo al cinema tutti i colori di Napoli» | Video
di Diego Del Pozzo
Lunedì 28 Marzo 2016, 20:44
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Sarà nei cinema italiani da giovedì 7 aprile e segnerà l'inizio ufficiale del progetto Cattleya Lab, il campus produttivo per nuovi talenti coordinato da Alessandro Siani per conto della società di Riccardo Tozzi, di casa in Campania grazie alle tante produzioni cine-televisive di successo («GomorraLa serie» su tutte) realizzate in questi anni. S'intitola «Troppo napoletano» ed è una commedia sentimentale per famiglie, garbata e divertente, diretta da Gianluca Ansanelli con lo stesso Siani come produttore, la Run Film dei fratelli Alessandro e Andrea Cannavale alla produzione esecutiva e un bel cast tutto partenopeo composto da Serena Rossi, Luigi Esposito e Rosario Morra (Gigi e Ross), i piccoli Gennaro Guazzo e Giorgia Agata, più alcuni interpreti di grande affidabilità come, tra gli altri, Giovanni Esposito, Rosaria De Cicco, Loredana Simioli, Salvatore Misticone, Gianni Ferreri, Nunzia Schiano.Proprio a Gigi e Ross, esordienti al cinema dopo anni di comicità radio-televisiva e teatrale, sono affidati i ruoli maschili principali, lo psicologo timido e imbranato Tommaso e il maestro di recitazione farfallone e inaffidabile Stefano, in competizione tra loro per conquistare la bella Debora (Serena Rossi), mamma iper-apprensiva dell'undicenne Ciro (il bravissimo Gennaro Guazzo, vero protagonista e voce narrante del film, già con Siani in «Si accettano miracoli»), in crisi sentimentale per la compagna di classe Ludovica (Giorgia Agata), a sua volta figlia di Stefano. «La mamma racconta Gigi fraintende i turbamenti del ragazzino, credendolo in crisi per la scomparsa del padre, un cantante neomelodico morto goffamente dopo essersi lanciato dal palco per fare stage diving. Così, lo porta dallo psicologo e da lì si sviluppa la doppia trama sentimentale, con Ciro che chiede aiuto al medico per conquistare la coetanea Ludovica, ma a sua volta si fa in quattro per far fidanzare la mamma con l'imbranato Tommaso».Per Gigi e Ross, da anni conduttori di «Made in Sud» su Raidue (assieme a Fatima Trotta ed Elisabetta Gregoraci), «Troppo napoletano» rappresenta l'atteso esordio cinematografico. «Ci siamo divertiti tantissimo dicono quasi all'unisono e, allo stesso tempo, abbiamo imparato molte cose nuove, grazie ai consigli di Alessandro Siani e a quelli di un attore esperto come Mimmo Esposito, che ci ha fatto da coach. La cosa più interessante per entrambi è stata il poter ritornare ai tempi dell'Accademia del Teatro Bellini, quando dovevamo studiare per entrare in un nuovo ruolo. Si tratta di un lavoro molto diverso da quello che facciamo per il cabaret o in televisione, perché qui abbiamo dovuto interpretare personaggi molto recitati, lavorando a fondo sulle sfumature e sui dettagli».E, in effetti, Tommaso e Stefano sono personaggi piuttosto sfaccettati. «Il mio psicologo spiega Gigi è timido, imbranato, ma estremamente serio e direi puro. Per entrare nel suo carattere ho lavorato molto di sottrazione, divertendomi proprio per il fatto che stavo recitando un ruolo diversissimo da quelli che il pubblico è abituato a vedermi cuciti addosso. La chimica con Gennaro è nata anche fuori dal set, perché lui è un ragazzino eccezionale, col quale è stato piacevole fermarsi a parlare e giocare tra una ripresa e l'altra».

Anche Ross è soddisfatto del lavoro fatto sul personaggio: «Del quale m'è piaciuta soprattutto l'evoluzione dal punto di vista umano, da papà egocentrico e superficiale a uomo che, poi, riesce ad avvicinarsi davvero alla figlia e al mondo dei bambini».La coppia di ragazzini al centro del film, Ciro e Ludovica, appartiene a due Napoli diversissime tra loro: quella popolare della Sanità e l'altra alto-borghese di Posillipo.

E «Troppo napoletano» (come il brano omonimo eseguito da Clementino sui titoli di coda) cerca, tra una risata e un sentimento puro, una possibile via per far incontrare entità tanto lontane. «In realtà, il messaggio del film sottolinea Ross è che esiste una sola Napoli, seppur divisa in quartieri molto diversi, con le loro tradizioni e spesso anche i propri santi. Nonostante queste differenze, però, la radice è unica e riunisce in sé le mille sfumature che fanno di Napoli una città unica al mondo». Gli fa eco anche lo storico sodale Gigi. «La storia del film è una bellissima metafora, che conclude il comico napoletano grazie alle superficiali differenze tra quel bambino e quella bambina mette in mostra le diversità che caratterizzano ciascuno di noi e che, ovviamente, sono presenti in ogni grande città. La speranza che il film fa propria, però, è che alla fine ci si riesca a incontrare puntando sugli elementi comuni».

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