Salemme gira a Napoli il nuovo film «Se mi lasci non vale», amori e tradimenti finiscono in commedia | FOTO E VIDEO

Salemme gira a Napoli il nuovo film «Se mi lasci non vale», amori e tradimenti finiscono in commedia | FOTO E VIDEO
di Diego Del Pozzo
Sabato 10 Ottobre 2015, 09:17 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 10:59
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Due uomini di mezza età, Vincenzo e Paolo, s’incontrano in un locale e fanno amicizia, poiché condividono il triste destino di essere stati lasciati dalle rispettive compagne, Sara e Federica.

Per provare a superare il dolore comune a entrambi, nella mente di uno dei due nasce l’idea di vendicarsi delle donne, attraverso un piano machiavellico, anche se un po’ infantile: scambiarsi di ruolo con l’amico, conoscere e conquistare la ex dell’altro, sfruttandone gli interessi e i punti deboli rivelati a vicenda, farla innamorare e poi lasciarla senza pietà. Ad aiutarli pensa un attore un po’ cialtrone e pronto a tutto, Alberto. Ma, come sempre capita in simili occasioni, non tutto va come previsto. A raccontare in «Se mi lasci non vale» questa storia di malinconiche solitudini, esilaranti equivoci e gag scatenate è Vincenzo Salemme, che ha scritto il film assieme a Paolo Genovese e Martino Coli e lo sta girando in questi giorni in pieno centro di Napoli, con la produzione della Italian International Film di Fulvio e Federica Lucisano e della Warner Bros.

Entertainment, che lo distribuirà nella primavera del prossimo anno.

FOTOGALLERY: LE IMMAGINI DAL SET

Nei ruoli principali, lo stesso Salemme e Paolo Calabresi (i due amici in crisi), Carlo Buccirosso (l’attore), Serena Autieri e Tosca D’Aquino (le due ex compagne).

Le riprese termineranno la prossima settimana (la sesta di lavorazione), con la bellezza di Napoli che arricchisce l’aspetto scenografico del film, grazie alle tante riprese in esterni realizzate nelle location più suggestive della città (da Chiaia a Mergellina, da Posillipo al Vomero), spesso girando anche di notte con il surplus del fascino di un’illuminazione soft. In questi giorni, il set è stato sistemato in un bell’appartamento panoramico (al dodicesimo piano) in zona Chiaia, con suggestiva affacciata sul golfo e vista su Capri.

Qui, il regista-attore gira con Calabresi e Buccirosso le sequenze nelle quali i tre pianificano la loro bislacca strategia di vendetta. Tra un ciak e l’altro si fanno molte prove, in ossequio alla matrice teatrale degli interpreti; poi, quando arriva il momento dell’azione, c’è ampio spazio per l’improvvisazione e si percepisce quanto si divertano gli attori col metodo di lavoro di Salemme. «Tutta l’arte – racconta il regista in una pausa – per me è teatralità, cioè espressione delle emozioni umane. Poi, esistono strumenti differenti per tirare fuori questa teatralità, come per esempio il teatro o il cinema. Quindi, sul set di un film, le inquadrature devono servire soprattutto per estrarre l’umanità dai vari personaggi e farla arrivare agli spettatori.

E per farlo, il ruolo degli attori diventa fondamentale. Perciò, dedico loro tanta attenzione». La conferma arriva da Paolo Calabresi, al primo film con un gruppo di lavoro consolidato come quello di Salemme. «Sul set, lui riesce a dare a ciascun attore un affetto e un’attenzione straordinari, spesso mettendosi completamente a disposizione dei personaggi degli altri. Sa come porsi e ti dà grande fiducia. E questo non è affatto comune nei registi-attori. In queste settimane, dunque, ho svolto un lavoro entusiasmante, nonostante la paura che avevo all’inizio nel dovermi inserire in una squadra affiatata come quella composta da Salemme e Buccirosso». E proprio lo storico compagno di set e di palcoscenico del regista evidenzia la chiave interpretativa privilegiata per questa commedia. «Abbiamo dovuto recitare tutti – spiega Carlo Buccirosso – nel modo più naturale e spontaneo possibile, altrimenti non saremmo riusciti a far ridere nessuno. La trama è comica e volutamente eccessiva, così la recitazione doveva essere convincente e mai troppo forzata, per comunicare i momenti divertenti e quelli un po’ più malinconici e patetici. Ho accettato di essere nel film perché mi affascinava la sfida, per me inedita, di interpretare un attore e, quindi, di poter lavorare su un doppio livello recitativo».

Anche Tosca D’Aquino si dice entusiasta dell’esperienza sul set. «Abbiamo sempre respirato un’energia buona che ha poi inevitabilmente influenzato le nostre performance in modo molto positivo. Con Vincenzo ho lavorato già altre volte, ma mi sembra che sia cresciuto ulteriormente come autore di commedie cinematografiche, come se fosse riuscito a raggiungere una sorta di stato di grazia. Penso che anche il pubblico ne vedrà delle belle».

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