La sua carriera ha conosciuto grandi successi, vere e proprie hit da classifica come Breakin' away, Boogie down, Mornin', We're in this love together, perchè a un certo punto la sua strada ha virato decisamente sul fronte di un rhythm 'n' blues che lo ha portato anche a vincere un bel po' di grammy e a diventare un beniamino del pubblico dei festival, anche in Europa e in Italia dove è venuto assai spesso. Negli anni la sua parabola è andata eclissandosi proprio a causa delle condizioni di salute. Ma da perfetto musicista che identifica la vita con la propria professione ha continuato a portare in giro il suo show nonostante gli acciacchi.
Qualche anno, era il 2010, fa ebbe un coccolone proprio in scena, in Francia, provato dalla stanchezza del tour.
Poi si è rimesso in piedi e ha ripreso, con la solita ciclicità, i suoi viaggi continuando a esibirsi con quel catalogo di successi ma anche di riletture di classici come lo standard di Dave Brubeck Take five, di cui tanti anni fa dette una versione stupefacente, o di Your song di Elton John (altro suo cavallo di battaglia fantastico), o dell'altro standard Since I fell for you, o di Don't you worry about a thing di Stevie Wonder, o della contagiosa Agua de beber di Antonio Carlos Jobim. L'ultimo suo disco è uscito tre anni fa, omaggio al famoso tastierista George Duke (My Old Friend – Celebrating George Duke), musicista che nel corso della sua carriera, oltre a essere stato uno dei primi accompagnatori di Jarreau negli anni Sessanta.