Blessed Child Opera, ballate rock dal mare più oscuro

I Blessed Child Opera sul palco
I Blessed Child Opera sul palco
di Federico Vacalebre
Sabato 16 Novembre 2013, 17:51 - Ultimo agg. 18 Novembre, 21:54
1 Minuto di Lettura
Li avevamo lasciati, tre anni fa, con Fifth, disco nato in Sardegna agitando un post-folk acido quanto lo fu quello di Incredible String Band e Pearls Before Swine, ma ben pi cinico. Ora, con «The darkest sea», inciso in Sicilia, dalle parti di Trapani, spostano il loro suono verso sonorità più compatte e dolorose, memori forse delle rumorose esperienze del leader Paolo Messere con Silken Barb e Ulan Bator. Toni minacciosi, finali dal crescendo catartico, squarci sonici, echi di Swans, di un Nick Cave sull’orlo di una crisi di spleen. Ballate dal mare profondo, sei corde acustiche ed elettriche che si (con)fondono portando le melanconie di Nick Drake alla corte dei desperados di inizio Terzo millennio. Canzoni che parlano di solitudini, di porti dove trovare riparo, sia pur illusorio. Tensioni accumulate che esplodono, ma a volte implodono, sparendo improvvisamente dall’orizzonte sonico. Un disco malinconico, feroce, bello, aperto dall’assalto nichilista di «I had removed everyting», chiuso da «December wind» e lanciato da «45 near the sea», singolo e primo video del gruppo napoletano nella sua ultradecennale storia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA