Pino Daniele-Clementino
c'è ancora un duetto inedito

Clementino con Pino Daniele
Clementino con Pino Daniele
di Federico Vacalebre
Sabato 5 Agosto 2017, 15:05 - Ultimo agg. 8 Agosto, 14:00
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E' fin troppo scontato dire che è lui il «Vulcano» di quest’estate torrida italiana. Il tour con cui Clementino attraversa lo Stivale è tra i più lunghi e richiesti della stagione, con ben sette date in Campania: stasera sarà a Trentola Ducenta presso il «Gobeer expo», domani a Celle di Bulgheria (piazza Umberto I), martedì a Contursi Terme (piazza Garibaldi), il 13 agosto al «Festival dell’Aspide» di Roccadaspide, il 25 a «Benevento città spettacolo», il 4 settembre a San Marzano sul Sarno («Okdoria Beer Fest» e il 15 ad Atripalda. Ma lo attendono dovunque, dalla Lombardia (il 2 settembre sarà a Legnano) alla Calabria (l’11 agosto si esibirà allo stadio di Rossano Calabro). Come se non bastasse, il capocannoniere del rap newpolitano ha fatto uscire in poche settimane il videoclip di «La cosa più bella che ho» girato a Marrakesh tratto appunto da «Vulcano», il suo ultimo album, più una collaborazione con Enzo Dong («’E strade song’’e nostre»), «Tritolo mixtape» e il documentario sul tour 2016 di «Ultimo round». E a settembre lo ritroveremo anche nel nuovo, atteso, album di Ensi, «V», nel brano «Sì, come no».
Non sarà un po’ troppa carne a cuocere, Clemente?
«Sì e no. No perché sono tutte cose a cui tengo molto e che ho fatto con sincero entusiasmo. Sì perché non sono di quelli che vuole farsi notare ad ogni costo, non credo che la carriera di un artista si misuri sul metro di quante cose ha fatto in un anno, ma su quante robe importanti ha tirato fuori in un decennio. Insomma, ancora un po’ e poi mi fermo».
In che senso?
«Per tutta l’estate salterò da un palco all’altro, cercando di trovare il tempo per fare un bagno, soprattutto quando avrò a portata di mano il mare bellissimo delle nostre coste. Poi ci sarà ancora spazio per un tour invernale, che si concluderà a fine anno a Napoli, Palapartenope. Poi, però... cambierò aria, me ne andrò per sei mesi in America, mi staccherò anche dai social network: al massimo pubblicherò una fotografia al mese su Facebook».
Troppo stress?
«Anche, ma soprattutto bisogno di ricaricare le pile. Chi fa hip hop ha bisogno più di chiunque altro di mettere dentro nuove cose da tirare fuori, di vivere nuove storie da raccontare. Io non sono a corto di ispirazione, anzi, mi sono appena fermato un giorno a Vietri sul Mare e ne ho approfittato per registrare dodici pezzi nuovi: avevo le basi pronte e ho messo giù le mie rime, così quando dovrò fare un nuovo disco avrò ampia possibilità di scelta. Ma voglio staccare, viaggiare, ho fatto troppo nell’ultimo decennio - compresi due Sanremo, un Primo maggio da conduttore, “Pechino express”, un libro oltre agli album e i tour - per non sapere quanto staccare. Non bisogna saturare se stessi, nè il mercato, devi farti attendere».
Hai scelto dove andare in America?
«Credo Miami, non la conosco ancora, mentre ho visto New York e Los Angeles, e mi attrae: per il clima, per i suoni, per lo stile di vita latino, per le sue donne bellissime. Potrei trasferirmici un giorno, farci crescere i miei bambini, ammesso che ne verranno, al momento non sono nemmeno fidanzato. Non sto dicendo che lascerò la mia terra, sia chiaro, ma che mi piacerebbe fare come Jovanotti, che alterna l’Italia agli Stati Uniti, la mecca dell’hip hop. Ne approfitterò per studiare l’inglese, per vedere concerti, per studiare tendenze, per aggiornarmi...».
Magari, però, ogni tanto potrebbe scapparci qualche featuring a distanza con qualche amico.
«No, ho interrotto la sfilza, lasciando aperta la porta solo per un maestro come Edoardo Bennato: ha 71 anni, ma l’energia di un ragazzino. Mi ha chiamato, ci siamo incontrati, abbiamo iniziato una collaborazione e vedremo lui che cosà vorrà farsene».
Mica male duettare con Edo dopo aver inciso con Pino Daniele «Da che parte stai», l’ultimo brano registrato dal Lazzaro Felice.
«È vero, ma, ad essere sinceri, con zio Pino ho registrato anche un altro pezzo, ancora inedito, spero lo facciano uscire presto, che non rimanga nei cassetti dei discografici. Fu così contento di quel nostro primo incontro artistico che mi chiamò e mi disse che aveva una cosa per me, era una canzone d’amore, bella come tutte le cose che faceva lui, io aggiunsi il mio flow, poi...».
Intanto, con «Tritolo mixtape», disponibile gratuitamente in rete, dai un aiuto alla scena emergente newpolitana.
«C’è stato chi ha creduto in me e mi piace credere in fratelli con cui sono cresciuto o in ragazzi che potrebbero essere miei figli o addirittura nipotini. Ho amplificato voci che non è giusto vengano ascoltate solo dalle nostre parti: Rame, La Pankina Krew, Poomba, Ghepo, Big Effe, Maik Brain, Ugo Crepa, El Gringo, Enphasy e Victor Tilt. Io di mio ci ho messo solo un’intro e una outro, incorniciando suoni e flow in cui credo molto».
 

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