Pino Daniele, quelle note inedite dedicate a Eduardo

Pino Daniele, quelle note inedite dedicate a Eduardo
di Federico Vacalebre
Domenica 12 Novembre 2017, 11:35 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 07:33
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Con l'approssimarsi del Natale, l'industria discografica italiana ricorda di essere ancora un'industria e tira fuori prodotti pensati per il pubblico che, solo in questo periodo, frequenta i superstiti negozi di musica. Un pubblico adulto, dai gusti diversi rispetto a quello giovanilista che riempie ormai l'hit parade di rapper e talent boy/girl. Un pubblico spesso nostalgico, affamato - anche se una sola volta all'anno, anche se magari solo per farne regalo - di «novità» degli artisti con cui è cresciuto. Con le ristampe (espanse, si intende) di Bennato («Burattino senza fili»), Dalla («Com'è profondo il mare») e Sorrenti («Figli delle stelle»), con le rimasterizzazioni di Battisti e De André, con il megabox guccianiano live, con il Conte antologico, esce l'1 dicembre «Quando», nuovo cofanetto antologico di Pino Daniele, dedicato alla produzione del periodo Warner 1981/1999: 95 brani in 6 cd, un libro illustratissimo di 72 pagine e il dvd di «Pino Daniele - Il tempo resterà», docufilm di Giorgio Verdelli che continua il suo percorso dopo l'anteprima al San Carlo, l'uscita nelle sale e la messa in onda in Rai.

Dietro il lavoro di «Quando» - dalla rimasterizzazione alla scelta degli inediti trovati negli archivi della casa discografica al corredo fotografico e di memorabilia - c'è Alex Daniele, figlio d'arte e da tempo personal manager del padre: «Ho iniziato a lavorare con lui per caso, nel 2000, mai avrei pensato che diventasse il mio mestiere, era una cosa naturale per me dargli una mano, avevo il privilegio in famiglia di essere quello che poteva stare più tempo con lui», ricorda ora, seduto nell'ufficio che divise con papà. Quando, il 4 gennaio 2015, il Nero a Metà è morto a lui il mondo in testa è caduto non uno, ma due volte. Discretamente, restando sempre dietro le quinte, ha aspettato che il tempo rimarginasse quanto, e come, poteva le ferite, poi ha avviato il lavoro della onlus che porta il nome di Pino, firmando prodotti e iniziative di qualità e, soprattutto, rivolgendosi ai più giovani: «Anche questo cofanetto, pur ghiotto per i collezionisti per le chicche che contiene, si rivolge soprattutto a chi non conosce mio padre, a chi magari l'ha sentito solo nominare», racconta Alex. «Ora devo fare tutto da solo, senza lui, anche per lui. Credo gli piacerebbe questo lavoro, che lo presenta nel migliore dei modi: la rimasterizzazione ha fornito un nuovo suono, più brillante, recuperando frequenze all'epoca malauguratamente tagliate, la selezioni dei brani tiene insieme i pezzi più famosi con quelli che lui amava di più. E i provini, i demo, le versioni alternative permettono di guardare dal vicino il processo creativo. Nei conservatori, dove abbiamo attivato delle borse di studio, magari gradiranno gli spartiti per chitarra o la base studio, originale, i ragazzi potrebbero essere avvicinati, magari dai genitori, ad un artista che ha ancora tanto da dire, non lo dico perché nelle mie vene scorre il suo sangue, ma per la sua modernità, da ex scugnizzo napoletano arrivato a suonare con Eric Clapton, Wayne Shorter, Pat Metheny, Chick Corea».
 
Il percorso inizia con un capolavoro assoluto come «Vai mo'» e termina con «Come un gelato all'equatore», forse l'album più discusso, di sicuro quello più pop, dell'intera discografia danieliana, passando per classicissimi come «Bella mbriana», «Sciò live», «Schizzichea with love», «Mascalzone latino», «Un uomo in blues», «Sotto o sole» (l'album di «Quando», da cui il titolo dell'operazione). Tra le chicche per i completisti danieliani ci sono i due remix di «Yes I know my way», quello di «Keep on movin'», di «Ferryboat», di «'O scarrafone», usciti in edizione limitata e destinati ai dj, ma soprattutto le versioni in spagnolo di «'O scarrafone» («El nino feo») e «Gente distratta» («Gente corriente»): «Papà era all'apice del successo e dell'entusiasmo quando il suo cuore lo tradì per la prima volta. L'operazione lo costrinse a rallentare, a rinunciare a lungo al palcoscenico, la sua dimensione preferita, e lo fece vivere fino alla fine con una spada di damocle sulla testa», ricorda Daniele junior: «Quei brani furono un assaggio per il mercato iberico, Pino ne seguì da vicino la traduzione, l'immagine dello scarrafone non aveva senso per gli spagnoli, il bambino brutto della traduzione era la cosa più vicina al detto popolare napoletano, ne rendeva almeno il senso. Negli archivi ci sono anche le versioni iberiche di Per lei e Bambina, ma erano poco più che dei provini, chissà, un giorno vedranno la luce anche loro, vendicando quell'operazione discografica mai completata per l'impossibiltà di sottoporre mio padre a un tour in Spagna, magari dopo una lunga promozione».

Intanto, nel sesto dischetto (ma esiste anche la versione economica in 3 cd), dedicato alle rarità, tra versioni alternative di pezzi che conosciamo bene, spicca una strana «Se mi vuoi»: «Il pezzo divenne Dimmi dove sei per Giorgia, mio padre riutilizzò il titolo per un duetto con Irene Grandi. Capitava spesso che da un brano ne nascessero due, come dimostra anche qualche altro esempio contenuto nel box». E che di chicche in arrivo possano essercene ancora altre lo dimostra «Per te»: «Era in un disco strumentale, con quartetto d'archi, che si sarebbe dovuto intitolare Guitar solo per te, dedicato a Eduardo De Filippo, che Pino stimava moltissimo. Purtroppo per i discografici era poco commerciale, loro volevano il singolo, l'hit parade... A mio padre questo meccanismo andava stretto, ma era il suo lavoro, c'erano i contratti... Magari un giorno riusciremo a fare uscire l'album intero, e poi a suonarlo con una giovane orchestra quartetto d'archi», conclude Alex, sorridendo finalmente: «A lui sarebbe piaciuto».