Le notti di Ligabue, ciclone
«Made in Italy» per ottantamila

Le notti di Ligabue, ciclone «Made in Italy» per ottantamila
di Andrea Spinelli
Domenica 25 Settembre 2016, 09:21 - Ultimo agg. 19:19
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La proposta di «una notte tiepida e un vecchio blues» ha richiamato ieri sera al Parco Reale di Monza ottantamila persone, schiacciate contro le transenne per festeggiare a squarciagola i venticinque anni di «Urlando contro il cielo», canzone simbolo di Ligabue che la sfoggia nel kolossal in replica questa sera sullo stesso palco ben due volte, in apertura e in chiusura passando da una tonante versione elettrica a quella voce e chitarra.
Se un anno fa, a Reggio Emilia, mister Certe Notti aveva riunito tutte le formazioni che hanno segnato il suo cammino d'artista - i ClanDestino, La Banda e Il Gruppo - a Villa Reale «Liga rock park» porta in scena un concentrato di quelle tre esperienze grazie alla presenza sul palco di Federico «Fede» Poggipollini e Max Cottafavi alle chitarre, di Luciano Luisi alle tastiere, di Davide Pezzin al basso, del californiano Michael Urbano alla batteria, e di una sezione fiati impreziosita da Massimo Greco a tromba e flicorno, Corrado Terzi ed Emiliano Vernizzi ai sax. Alle loro spalle uno smisurato schermo di 850 metri quadri capace di trasformare il palco (lo stesso usato nel 2015) in una lanterna magica del rock padano. Assente per la prima volta dai tempi di «Nome e cognome» un altro collaboratore fisso come Niccolò Bossini, impegnatissimo nel lancio del suo nuovo album solista «Kaleidos».


«Non mi hanno fatto fare concerti per 370 giorni, vi sembra una pena da infliggere ad un ragazzo nel fiore degli anni?», ha esordito Luciano, 56 anni, dopo aver infuocato gli animi con due recuperi eccellenti dei primi album come «Libera nos a malo» e «I duri hanno due cuori». Ma l'arrivo sul mercato del nuovo album «Made in Italy» il 18 novembre, ha messo Liga in condizione di sfruttare l'appuntamento monzese anche per offrire un assaggio di futuro, con l'esecuzione in anteprima di quattro nuovi brani, a cominciare da quella «G come Giungla» già programmatissimo in radio da giorni. «È stato un attimo/ e invece è mezza vita/ per l'altra mezza vediamo/ i mezzi sogni da mezzi addormentati/ magari li ritwittiamo» ha cantato in «La vita facile», il cui riff ricorda i Queen (e il Brian May) di «One vision», scoprendo il filo che lega i diversi momenti di questo primo concept-album della sua carriera.
Il resto è arrivato con «Dottoressa» e «Ho fatto in tempo ad avere un futuro», rispettivamente un pezzo sul senso di smarrimento dell'oggi e uno sui sogni che non muoiono mai anche se traditi.

«Leggero» l'hanno scelta i fans con un sondaggio via web, mentre il recupero di brani rimasti fuori dalla scaletta di Campovolo 2015 come «Il sale della terra», «Il giorno dei giorni» o «Lambrusco & pop corn» l'ha deciso lui, così come le conferme di classici come «Il giorno di dolore che ognuno ha» o quella «Piccola stella senza cielo» trasformata in miniantologia rock con le citazioni di «Riders on the storm» dei Doors, «Knockin' on heaven's door» di Dylan, «See me feel me» degli Who, «Because the night» di Patti Smith e «Gloria» dei Them di Van Morrison. A sorpresa spunta fuori, «Lettera a G», dedicata al padre: «L'ho scritta undici anni fa ma lo proposta una volta sola... per motivi emotivi».

Aperta a metà pomeriggio da Francesco Rainero e dai Last, vincitori del contest legato al concertone (oggi toccherà a The Jab con «Regina» e i Dei Degli Olimpo con «Mille anni dall'ombra»), Liga Rock Park 2016 è stato trasmesso in diretta da Rtl e ripreso dalla Fox che ne trarrà uno speciale da mandare in onda sulle sue reti il 23 novembre, assieme ad un docufilm sulla realizzazione di «Made in Italy», per il lancio del marchio FoxLive dedicato ai grandi eventi. Centotrentamila i fans attesi in due giorni. Perché Liga, quanto a numeri, non si smentisce mai.