Magoni e Spinetti, il ritorno della Musica Nuda

Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, i Musica Nuda
Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, i Musica Nuda
di Federico Vacalebre
Mercoledì 1 Aprile 2015, 16:55 - Ultimo agg. 18:04
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Dopo «Banda larga» e l’esperienza con l’orchestra, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti tornano al suono... nature: una voce e un contrabbasso, bastano e avanzano, a Musica Nuda, per garantire all’ascoltatore una piccola meraviglia quale quella evocata dal titolo del nuovo album, «Little wonder» appunto, pubblicato dalla Warner in Italia e pronto ad uscire il 20 aprile in Francia, ormai una seconda patria per l’ex Avion Travel e per lo scricciolo sexy dalla voce più incisiva in circolazione. «Il progetto orchestrale, peraltro frequentato poco dal vivo per problemi economici, per me è come mettere l’abito lungo e il tacco alto: bello, ma con Ferruccio è come stare sul divano di casa con il pigiamone, mi sento più a mio agio», spiega lei.



E lui: «Ci siamo divertiti a dimostrare di poter allargare lo spettro sonoro del nostro fare musica, ma, in fondo, non sento il bisogno di avere al mio fianco altro quando ho il canto libero dell’usignolo Petra, capace di dolcezze ed asperità estreme».

Insomma, un ritorno alle origini, al progetto del duo nato undici anni fa, «ma con molta più esperienza», raccontano stavolta all’unisono i titolari del progetto.



Il disco è frutto «di tre giorni di registrazione alla nostra maniera sul palco del teatro di San Casciano, in provincia di Siena. Abbiamo registrato una quarantina di pezzi, quasi sempre mai provati prima, e abbiamo tenuto quelli che ci sembravano più riusciti», spiega il casertano. «La scelta non è stata difficile, era evidente che cosa funzionava meglio e che cosa meno, abbiamo messo da parte gli inediti per un altro progetto, peccato solo per un brano di cui, invece, non siamo riusciti a garantirci i diritti», ribatte la pisana. Il repertorio è pronto per il live, e anche per il mercato internazionale, sempre più attento alla produzione di Musica Nuda.





Si inizia con una prima incursione in campo reggae con «Is this love» del santo fumatore Bob Marley per continuare in campo di black music con «Ain’t no sunshine» di Bill Whiters: Petra e Ferruccio fanno cantare i loro strumenti in libertà, non si pongono il problema della fedeltà agli originali, ma nemmeno quello di stravolgerli a tutti i costi, unico scopo del loro fare musica è l’emozione.



La voce è sottile sino a farsi di grana grossa e (pre)potente, sensuale e dinamica, profonda ma leggera, soul eppure ruvida, da virtuosa eppure spontanea.

Il contrabbasso ha un suono di legno speziato, consapevole della lezione del jazz come di quella della musica da camera.



«Practical arrangement» è pop adulto rubato a Sting, ma il menù comprende anche traduzioni da Vladimir Vysotsky (Al freddo al freddo»), Chico Buarque («Far niente», con Nicola Stilo, unico ospite del cd, alle chitarre e ai flauti) e da Piero Focaccia («Stessa spiaggia, stesso mare» diventa, come in un dimenticato disco di Mina, «Tout s’arrange quand on s’aime»), nell’alternanza dei sentimenti umani, con la consapevolezza che un sorriso vale tanto, anche nel fare musica (nuda), come conferma la delizia per bambini cresciuti di «Sei forte papà».



Nelle lingue originali vengono rese chanson come «Quand il est mort le poète» di Gilbert Bécaud e «Un vecchio errore» di Paolo Conte, oltre a una melodicissima «La vie en rose» già ascoltata come bis durante i tour francesi.



E una seconda vita, per quanto possa sembrare paradossale, Magoni & Spinetti garantiscono anche ad un pezzo che porta la loro firma, «Io sono metà», rivoltato proprio come sono soliti fare con i materiali altrui. Piccole meraviglie da una «wunderkammer» sonora, insomma.
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