Pietra a metà: la Montecorvino canta Pino Daniele

Pietra Montecorvino
Pietra Montecorvino
di Federico Vacalebre
Sabato 23 Maggio 2015, 13:00 - Ultimo agg. 25 Maggio, 19:20
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Si commuove davvero, la piccola grande donna della moderna canzone napoletana, presentando il suo nuovo album, «Pietra a metà» (Lucky Planets), alla Feltrinelli di piazza dei Martiri.





«Sono davvero a metà, indosso una panciera, mi sono appena operata, ma è andato tutto bene, non vi preoccupate», racconta con la consueta, estrema, schiettezza Pietra Montecorvino, ma a dimidiarla è l’oggetto del disco, «un omaggio a Pino e Massimo: per dire Daniele e Troisi, almeno a Napoli, non serve più il cognome».

L’ha inciso di corsa questo cd, un solo giorno per registrare le voci, altri due giorni per gli arrangiamenti di Erasmo Petringa, che ha vestito di poco e di leggero e di bello, tra suoni da camera e folk, tra violoncelli e chitarre battenti, alcune perle del lazzaro felice, e poi... Poi alla cantante sono venuti dubbi sulla «liceità del progetto, sull’opportunità di aggiungermi al coro di quelli che rendono omaggio a Pino tanto per salire sul carro massmediatico del defunto».

Ma «Pietra a metà» è davvero un tributo sentito e non una speculazione, ha il tono delicato e dolente di chi ha perso qualcosa e cerca di ritrovarla in qualche modo, dell’esorcismo che può diventare collettivo, del balsamo sulle ferite aperte della nazione newpolitana.

Capolavori come «Terra mia», «Bella ’mbriana» e «Appocundria» convivono con la versificazione in italiano di «Anna verrà», «Qualcosa arriverà» (con videoclip in esclusiva sul nostro sito) e «Io vivo come te». Pietra è «a metà», nel senso che si trattiene, ha pudore nel fare sue melodie e liriche che pure le appartengono, «le ho cantate a memoria, come ho scelto in un attimo la scaletta, attingendo al mio Daniele preferito». A «metà» perché «l’altro cinquanta per cento è di Pino, è nella memoria e nel cuore di chi la ascolta».

«’O ssaje comme fa ’o core» unisce i due cuori pazzi del Novecento napoletano, «il cd è dedicato a tutti due, ho sognato di essere la terza parte di un triangolo, e parlo di sogno perché Pino io non l’ho nemmeno conosciuto, solo una volta, a Roma, essendomi accorta che stava a tavola in una trattoria, sono entrata e gli ho regalato una rosa, senza nemmeno presentarmi».

La carriera della piccola grande donna della moderna canzone napoletana deve però molto all’uomo di «Vai mo’», in qualche modo è stato lui a permetterle la «sciansa», la chance che la Sofia Loren imitata da Isabella Biagini le offriva sul grande schermo in «FF. SS»: «Ai provini del film di Arbore cantai tre pezzi di Pino, li sentivo dentro, non mi sembrava di sostenere un esame, erano pezzi di me come lo sono adesso. E fui scelta. Quella ”sciansa”, la devo a lui».

Il gusto del disco beneficia della benedizione di Eugenio Bennato, che continua a coccolare l’ex compagna e, soprattutto, ad «essere il primo fans delle sue doti artistiche. È uno dei segreti meglio nascosti della grande bellezza napoletana», ripete ancora una volta.

Pietra abbozza ma si gode i complimenti, anzi mostra sul cellulare il messaggio di complimenti di Edoardo Bennato e racconta dell’endorsement di un altro fratello d’arte, Nello Daniele: «Gli ho parlato di questo mio disco, mi ha detto che io sono tra le poche che possono immaginare di rileggere con passione e rispetto un canzoniere per tutti noi così importante. Ho presentato per la prima volta questo repertorio sul palco del Palapartenope, il 19 marzo scorso, era il mio augurio per il sessantesimo compleanno che Pino non è riuscito a festeggiare. Ed ora spero di portarlo in giro. Oggi si spacciano troppe canzoni di contrabbando, queste sono scritte con il cuore e cantate, e suonate, da gente che sa come fa il cuore. Meritano di essere ascoltate da gente che sa come fa il cuore, come fanno gli artisti, che cosa significa l’arte che ci hanno lasciato Pino e Massimo. Non ho dubbi sul successo di questa operazione, in fondo, in qualche modo, i miei produttori si chiamano Daniele e Troisi».
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