Pomigliano jazz: apre Rava sul Monte Somma
chiude Fresu sul cono del Vesuvio

Pomigliano jazz: apre Rava sul Monte Somma chiude Fresu sul cono del Vesuvio
di Federico Vacalebre
Mercoledì 19 Luglio 2017, 11:08
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Festival di Ravello e Reggia di Caserta a parte, l'estate 2017, oltre che per i roghi, verrà ricordata come la più brulla sul fronte spettacolar-culturale in Campania. Con «Estate a Napoli» ormai pallida ombra di quello che fu, autarchico contenitore di ordinaria amministrazione, e molti pseudofestival che pur di sopravvivere distribuiscono sul territorio proposte di routine, per non dire delle sagre da strapaese sovvenzionate dalla Regione senza alcuna ipotesi di reale ritorno turistico.

Ancora una volta fa eccezione il «Pomigliano jazz festival», che per accedere ai contributi regionali è dovuto diventare «Pomigliano jazz in Campania» e farsi itinerante e gastrosonico, ma riesce a mantenere un'identità coraggiosa e coerente. Sarà perché è arrivato alla ventiduesima edizione, sarà perchè il direttore artistico è sempre Onofrio Piccolo, ma, sta di fatto che di fronte a kermesse anche di maggior prestigio - sulla carta, solo sulla carta - ma soprattutto ben più sovvenzionate dalle istituzioni, «Pj» continua a stimolare il territorio e non solo la pancia del pubblico, a rivolgersi a una «nicchia» ma numericamente consistente, a coniugare qualità della proposta e quantità di pubblico.

Incendi permettendo, si inizierà il 27 luglio ai conetti vulcanici del Carcavone, a Pollena Trocchia, sul versante settentrionale del Monte Somma con Enrico Rava, Matthew Herbert e Giovanni Guidi a tracciare una strada di lava jazztronica. Si chiude il 6 agosto, con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura a quota 1200 metri, sull’orlo del cratere del gran cono con «Vesuvio in maggiore», un appuntamento ormai tradizionale e imperdibile sulla cima del vulcano più famoso del mondo. L'avventura più inedita e stimolante è la «carta bianca» concessa al già nominato Herbert, sperimentatore sonico a cui è stata concessa libertà d'azione e progetto, passando dal concerto inaugurale a quello del 29 luglio al parco delle acque di Pomigliano d'Arco, un dj set con «rapsodie electrofisiche» affidate a Loredana Antonelli, Marco Messina e Sacha Ricci, più  Gianni Valentino; ed ancora, la sera dopo, nella stessa cornice, a un un incontro, altrettanto inedito, con l’Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja.

In un cartellone ricco che passa dai comuni vesuviani a quelli nolani, di rilievo l'evento del 2 agosto alle basiliche paleocristiane di Cimitile con il Robert Glasper Experiment: con il pianista texano, vincitore di 2 Grammy Award e autore delle musiche originali del biopic «Miles ahead» diretto da Don Cheadle, in scena Casey Benjamin (sax e vocoder), Mark Colenburg (batteria), Burniss Traviss II (basso) e Mike Severson (chitarra) sull'onda dell'album «ArtScience», incrocio di soul, jazz e r&b. La sera dopo, nell'anfiteatro romano di Avella, il canto di Gregory Porter, in scaletta i brani di «Take me to the alley» (Blue Note), album che dopo la vittoria del Grammy lo ha portato in giro per il mondo, dalla Royal Albert Hall di Londra all'Olympia di Parigi (biglietti 25 euro platea, 15 euro galleria).

E, poi: Chano Dominguez e Flamenco Quartet; il quintetto di Alessandro Tedesco e Pino Melfi che rileggono i classici del rock con la voce di Ileana Mottola; Enrico Pieranunzi con i sax di Marco Zurzolo e Rosario Giuliani; Gianluca Petrella, Eivind Aarset e Michele Rabbia pronti ad un album per la Ecm; Leonardo De Lorenzo con il progetto «The ugly duckling»; l’omaggio a Carlo Gesualdo del quintetto di Francesco D’Errico; il piano solo di Francesco Nastro.

Con il solito corollario di itinerari turistici, visite guidate, seminari di guida all’ascolto, spettacoli per bambini, mostre, l'immancabile deriva enogastronomica così cara alla Regione e la garanzia di un festival a impatto zero. Il tutto a ingresso gratuito, tranne Glasper (20 euro), Porter (25/15 euro) e Fresu/Di Bonaventura sul Vesuvio (25 euro).

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