Pompei, si tratta per il gran ritorno di David Gilmour e per Elton John

Pompei, si tratta per il gran ritorno di David Gilmour e per Elton John
di Stefano Prestisimone
Sabato 30 Gennaio 2016, 13:27 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 17:06
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Un capolavoro della storia del rock, «The dark side of the moon», interamente suonato da mandolini, con i tre strumenti a corda a rincorrersi sulle note di «Time» e «Money», ad imitare il battito cardiaco di «Speak to me» con semplici colpi sulla cassa dello strumento, fino a esplorare perfino l'elettronica di «On the run». È il progetto di Mauro Squillante, Gaio Ariani e Valerio Fusillo che, dopo averlo portato in concerto, ora trasferiscono anche su cd il loro «Dark side of the mandolin». Un album, che verrà presentato stasera dal vivo nella Basilica di San Giovanni Maggiore, in cui tutte le dieci tracce dell'lp dei Pink Floyd vengono rielaborate per mandolino, mandoloncello e mandola. Un tributo che nasce perfino dalla copertina, dove il celebre prisma contiene il dorso di un mandolino, e che prosegue sul retro con l'insieme fotografato al contrario. Inciso per una piccolissima etichetta napoletana, La Mela Cotogna, è lontanissimo dalla noia delle tribute-band, visto che tutti i brani sono stati riarrangiati ed hanno una loro anima indipendente. Fausto Mesolella ha adottato il progetto, ospitato ieri dal vivo sul suo canale Facebook.

«Non ci interessava assolutamente cercare di assomigliare all'originale, del resto con soli mandolini protagonisti sarebbe comunque stato impossibile. Ma ci siamo anche posti come diktat quello di non suonare i nostri strumenti come fossero chitarre, rispettando le loro peculiarità. Contiamo ora di riuscire a far ascoltare questo disco ai Pink Floyd, a David Gilmour in particolare, con cui sono stati avviati dei contatti. Glielo spediremo e poi speriamo in una sua reazione positiva», spiega Mauro Squillante, il napoletano del terzetto, specialista dei plettri che ha coinvolto nel progetto due suoi allievi, Ariani e Fusillo, entrambi pugliesi. E, a proposito di Gilmour: si sta lavorando per riportarlo a Pompei, dove girò nel 1971 «Pink Floyd at Pompei». D'Alessandro e Galli hanno preso in considerazione anche l'idea di potare Elton John nel Teatro Grande, pronto per accoglierli, ma il costo della struttura - 15-20.000 euro per 1.700 posti a sedere, spinge a far bene i calcoli visti i cachet stratosferici9 delle rockstar in questione. Dopo i primi sopralluoghi, la settimana prossima se ne dovrebbe sapere di più.Intanto, accontentiamoci di «Dark side of the mandolin»: «È un gesto d'amore e riconoscenza verso un disco che ha rappresentato una svolta fondamentale nella musica del 900, e lo abbiamo fatto esprimendoci secondo le nostre sensibilità, usando il mandolino in maniera inusuale e controtendenza e sdoganandolo dal concetto di strumento unicamente votato alla tradizione», commenta il trio: «È una parafrasi scarnificata all'osso, tre strumenti per un disco registrato live, ovvero senza prove e riprove, coprendo tutta la gamma di frequenze che la famiglia dei plettri offre e dando fondo alle risorse tecniche e agli stratagemmi per rendere al meglio non solo una rilettura mandolinistica ma anche una rielaborazione in chiave psichedelica. Non abbiamo scritto una sola nota, è tutto suonato all'impronta. Eppure la lunghezza complessiva è esattamente come quella del disco dei Pink Floyd».

Il progetto affianca quello della Casa del mandolino, iniziativa di Squillante sostenuta anche dall'assessore alla Cultura del Comune, Nino Daniele, e che, grazie al crowfunding promosso da Anna Ruggiero con Produzioni dal Basso, sta trovando una base nell'antica basilica di san Giovanni Maggiore, che oltre ad ospitare stasera il concerto, potrebbe diventare sede di una mostra permanente sul mandolino, con strumenti antichissimi e moderni in esposizione.«È un sogno che può diventare realtà», conclude Squillante, «un luogo dedicato a concerti, formazione, mostre, teatro, storia, arte, artigianato che con il crowfunding ha chance di diventare concreto».
Poi, se Gilmour davvero dovesse tornare a Pompei...
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