Sal Da Vinci, elogio della «vera bellezza»: all'anagrafe mi chiamo Sorrentino

Sal Da Vinci in camerino
Sal Da Vinci in camerino
di Federico Vacalebre
Martedì 25 Marzo 2014, 15:51 - Ultimo agg. 26 Marzo, 15:13
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Da La grande bellezza a La vera bellezza: E pensare che io all’anagrafe mi chiamo Sorrentino, scherza Sal Da Vinci, da oggi nei negozi con il suo nuovo album, Se amore , e da gioved a domenica in scena nella sua Napoli, teatro Augusteo, con il suo nuovo show.





Il brano, duetto con Gaetano Curreri, che firma anche il pezzo con il fido Saverio Grandi ricostruendo il tandem di successi degli Stadio e di Vasco Rossi, «è un pezzo nato per caso: ho incontrato Gaetano su un treno per Bologna, io andavo a registrare il disco negli studi di Celso Valli che lo ha prodotto», continua il cantante: «L’ho invitato ad ascoltare quello che stavamo facendo, ci siamo rivisti e ci è capitato di vedere la fila davanti a Palazzo Fava per ”La ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer. E da lì è nata questa riflessione sul senso della bellezza femminile, quest’omaggio alla bellezza femminile».



Da tempo Sal divide la sua attività tra teatro e canzone, «anche se il mio teatro, grazie a maestri come De Simone e Mattone, è sempre nel segno della canzone». Così, appena terminata la prima stagione del musical in cui veste i panni di Carosone, eccolo rimettersi on the road con i nuovi pezzi «ed omaggi alla melodia classica napoletana, a Modugno, a Battisti, oltre naturalmente a Carosone e ”C’era una volta scugnizzi”. Il tutto, grazie a Gino Landi, in una cornice luccicosa, con un sapore e coreografie che guardano al varietà televisivo anni Sessanta/Settanta».



Quando torna al disco, Da Vinci torna al pop, nello stile vocale, negli arrangiamenti, negli argomenti affrontati: l’amore è protagonista dichiarato nel titolo e nei testi, anche se è declinato a volte in maniera inattesa: «”Chiara” è la lettera di un padre a una figlia. Sono io che parlo alla mia Chiara, confessando che mi sarebbe piaciuto prepararla ai dolori dell’amore, che pure servono e fanno crescere, ma mi sono accorto solo dopo che aveva già sofferto per amore. ”Chiamo te”, invece, impreziosita dal rap di Clementino, è una storia di femminicidio, non didascalica, come mi sento di affrontarla io. Nel mio piccolo, vorrei sensibilizzare più gente possibile su un argomento drammatico, le donne vanno difese tutte, non solo mia figlia, e sempre».

A due anni da «È così che gira il mondo», una delle voci più calde e veraci della scena italiana riparte rimettendo mano, in qualche modo, anche a quel disco: «Coisas» è presente in una nuova versione, «interamente in portoghese, scritta da Ana Carolina, star brasiliana, e duettata con lei».



Un altro pezzo a due voci viene dal passato. «Non riesco a farti innamorare», il brano del terzo posto al Sanremo 2009, spunta in una versione inedita, con la voce di Gigi D’Alessio: «L’avevamo proposta insieme solo in una serata del Festival, quando ho ritrovato il provino con la voce di Gigi accanto alla mia è sembrata nuova di zecca anche a me, e mi è piaciuto dividerla con il mio pubblico».



Pubblico con cui Sal ha un rapporto diretto e viscerale: «Sono in contatto ogni giorno con le mie fans. Attraverso i social network, ma anche di persona. Il mio canto d’amore è l’eco dei loro sentimenti». Per le fans, venerdì, o più probabilmente sabato sera, all’Augusteo lo raggiungerà il vocalist degli Stadio, mentre ad applaudirlo in sala ci sarà anche Celso Valli: «Mi piace quest’asse Napoli-Bologna, questa volta ho scritto la gran parte dei materiali con Luca Sala, ma chissà che con Gaetano non possa esserci un seguito di questa collaborazione, si è stabilita un’intesa importante».
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