Clementino e D'Alessio tra i big di Sanremo
Scontro tra veterani e generazione talent show

Clementino e Gigi D'Alessio
Clementino e Gigi D'Alessio
di Federico Vacalebre
Martedì 13 Dicembre 2016, 08:11 - Ultimo agg. 17:02
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Sarà pure un governo fotocopia, e monocolore o quasi, ma ci ha messo meno tempo Gentiloni a stilare la lista dei ministri che Conti l'elenco del suo terzo governo festivaliero, annunciato ieri sera in diretta su Raiuno, poco dopo il giuramento del neopremier. Ma Carlo III il suo referendum l'ha stravinto con i numeri degli ascolti dei suoi primi due Festival e quelli di «Tale e quale», e può giocare a tutto campo alla sua maniera. Fiorentino, ma di rito non rottamatore, apre la serata di «Sarà Sanremo» annunciando la volontà di dare spazio ai Giovani in gara ma poi costruisce lo show di Villa Ormond scandendo a blocchi l'annuncio dei ventidue Big in gara. Perchè Sanremo è Sanremo avrebbe detto Baudo, e se l'annuncio dei cantanti coincide con quello dei ministri cosa vuoi di più?

Perché qui sapere se «cuore matto» Al Bano ci sarà sembra più importante del dicastero assegnato ad Alfano, l'ipotesi Mannoia è vista come un'apertura al movimentismo grillino, il ritorno di D'Alessio come una captatio benevolentiae verso la pancia del Paese. Sono solo canzonette, ma se Pelù discetta del golpe delle matite copiative, si potrà ben stare in apprensione per le sorti dei ragazzini in libera uscita dai talent show: in quanti troverannno accoglienza, quanti saranno respinti? E, ancora, per chi ama i retroscena: quanti (risposta: molti davvero) dei concorrenti erano nella lista «spoilerata» dagli Statuto?

Conti annuncia subito che il Carrisi ci sarà, con «Di rose e di spine» di Maurizio Fabrizio. Come la ben più giovane Elodie («Tutta colpa mia») a confermare l'effetto di «Amici» sul Festival. Come la tanto attesa Fiorella «combattente» Mannoia («Che sia benedetta» è il brano scritto per lei da Amara che potrebbe ipotecare sin d'ora la vittoria), che ritroverà sul palco Paola Turci («Fatti bella per te») a raccontare quello che le donne hanno deciso di dire pure tra papaveri e papere. Samuel, messi da parte per un turno i Subsonica, torna da solista con «Vedrai» che qualcuno vorrebbe griffata Jovanotti. D'Alessio crede molto nel suo pezzo: «È lui che mi ha riportato a Sanremo». «La prima stella» è un brano «dedicato a una persona che non c'è più, io l'ho scritto pensando a mia madre, ma non è a lei che mi rivolgo, raccontando che cosa è cambiato in quest'Italia in cui oggi un figlio si può avere anche senza fare l'amore e in cui c'è gente che attraversa mari per venire a morire sulle nostre coste». Si sente un vincitore annunciato? «No, ho già vinto nel 2000 quando sono arrivato decimo con ”''Non dirgli mai'' e poi ho venduto più di un milione di dischi». Il pezzo finirà nell'album in uscita per i suoi anni, titolo «24 febbraio 1967”».

Clementino fa il bis con «Ragazzi fuori». Michele «chi?» Bravi («X Factor») ci prova con «Il diario degli errori», Sergio Silvestre («Amici») con «Con te».  Fabrizio Moro ci riprova con «Portami via», Nesli con Alice Paba («The voice») e «Dò retta a te», Giusy Ferreri con «Fa talmente male»,  Alessio Bernabei con «Nel mezzo di un applauso», Chiara con «Nessun posto è casa mia», Bianca «chi?» Atzei con «Ora esisti solo tu», Masini con «Spostato di un secondo», Zarrillo con «Mani nelle mani», Francesco Gabbani viene promosso tra i Campioni con «Occidentali's karma». Raige deve smorzare il suo rap per fare coppia con Giulia Luzi («Togliamoci la voglia»), Ron si rimette in gara con «L'ottava meraviglia», accettando rivali giovanotti come Ermal Meta («Vietato morire») e Lodovica Comello («ll cielo non ti basta»).

 Insomma, che Sanremo è? Per il Contissimo, dopo i paragoni con i minestroni e i vini, arriva «un mazzo di fiori, diversi, freschi e profumati». Poi sorride: «Speriamo che il mazzo non lo facciano a noi». Per la musica italiana è il solito Festival che non si accorge di quel che cambia nella musica italiana, che riporta in gara big come Mannoia e D'Alessio e Ron, che s'affida ai talent show per il ricambio generazionale, ma non sa nemmeno che cosa significhi «trap» e scambia il giovanilismo per un bagno di giovinezza. 

Alla fine, appunto, resta la gara dei Giovani, con Valeria Farinacci («Insieme») e Federico Braschi («Nel mare ci sono i coccodrilli») che arrivano dal concorso Area Sanremo e se la vedranno con i sei scelti ieri dalla giuria guidata da Massimo Ranieri.

I campani arrivati sino a Villa Ormond erano tre, sono diventati due: Maldestro, Lele (Esposito) e l'eliminata Silvia Aprile. Il primo, con «Canzone per Federica», conferma di essere uno dei protagonisti indiscussi della nuova leva cantautorale newpolitana, ma anche italiana tout court e, visto il parterre dei Campioni, tra di loro ci sarebbe stato benissimo. Il secondo, diciannovenne di Pollena Trocchia forte della fan base adolescenziale conquistata con «Amici», punta sull'orecchiabilità di «Ora mai». La terza, ventinovenne già vista all'Ariston e con un padrino del calibro di Pino Daniele e presenza fissa nell'«Edicola» di Fiorello, torna invece a casa con la siciliana Mangiaracina e un canto d'addio alla sua città («Il cielo di Napoli»). In gara anche Tommaso Pini («Cose che danno ansia») che filastroccheggia su base edm, Marianna Mirage che ha un pezzo («Le canzoni fanno male») caruccio griffato Kaballa e Bianconi, Leonardo Lamacchia («Ciò che resta) che ha invece riscoperto un autore come Mauro Lusini, Francesco Guasti («Universo») che viene da «The Voice». Tra gli eliminati  Chiara Grispo («Niente è possibile») che voleva parlare per gli under venti cantando: «La mia generazione ha fame di occasioni che questo tempo non ci dà». Come le buone canzoni, ma quella è un'altra storia.

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