Sanremo 2013, vince Marco Mengoni
Trionfa con il brano «L'essenziale»

Sanremo 2013, vince Marco Mengoni Trionfa con il brano «L'essenziale»
Domenica 17 Febbraio 2013, 00:53 - Ultimo agg. 16 Marzo, 01:12
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SANREMO - Marco Mengoni ha vinto l'edizione 2013 del Festival di Sanremo con il brano L'essenziale (ASCOLTA). Mengoni era in testa dalla prima votazione popolare. È evidente che la Giuria di Qualità ha solo in parte compensato il televoto come è altrettanto evidente che Mengoni, che ha iniziato da 'X Factor' comincia a riscuotere consensi anche al di fuori del mondo talent. A completare il podio del festival di Sanremo sono Elio e le Storie tese, secondi con "La canzone mononota", e i Modà, terzi con "Se si potesse non morire".

«Grazie, è stato un onore partecipare a questo Sanremo»: è il commento a caldo di Marco Mengoni, appena proclamato vincitore. «Dedico la vittoria a tutte le persone che mi hanno sostenuto e continuano a farlo, la dedico alla mia 'crew' di lavoro, che è nuova è si è fatta un mazzo tanto per arrivare qui e creare un nuovo progetto, la dedico a Luigi Tenco e ringrazio la famiglia per aver mandato degli auguri sentiti». È il commento a caldo in sala stampa di Marco Mengoni, vincitore del 63/o festival di Sanremo. «Sono contento, mi sembra di essere un po' cresciuto grazie alle collaborazioni avute in questi anni», ha aggiunto.

MARCO MENGONI MERITAVA LA VITTORIA? - VOTA

L'ultima serata di Sanremo si è aperta con la Cavalcata delle valchirie di Wagner e la marcia trionfale dell'Aida di Verdi.

A dirigere l'orchestra sinfonica di Sanremo Daniel Harding. Un modo per chiudere il discorso iniziato con la prima serata proprio da Verdi, con il Va pensiero. Poi sul palco arriva anche Andrea Bocelli che, in omaggio al festival da dove è partita la sua carriera, si è proposto in chiave pop, accompagnato da Amos, il diciottenne figlio pianista nato proprio quando il papà cantava Con te partirò.

Luciana Littizzetto farfallina. La mattatrice del festival Luciana Littizzetto è entrata in scena con un costume da farfalla, facendo il verso alla farfallina tatuata molto in alto sulla coscia l'anno scorso da Belen Rodriguez. La soubrette la scoprì scendendo dalle scale del teatro Ariston e l'immagine tenne banco per giorni per le critiche sulla volgarità televisiva. «Sono Belan, siamo tre fratelli, Belen, Belan e ...», ha detto ridendo Littizzetto. «Mi sono anche un po' stufata di mettermi i costumi, vestiti tu da zombie che ci metti un attimo», ha aggiunto rivolta a Fabio Fazio.

Ancora un colpo di teatro firmato da Elio e le storie tese. Ieri «Un bacio piccolissimo» travestiti da nani con strumenti in miniatura, stasera, per la finale, «La canzone mononota», che è un colpo di genio, eseguita con travestimenti da grassoni, con trucco cinematografico che richiede qualche ora di preparazione. Meritata l'ovazione.

Max Gazzè in stile David Bowie. Per la sua performance in finale Gazzè si è presentato con una lente a contatto azzurra all'occhio destro, a riprodurre una delle più celebri peculiarità fisiche di Bowie, le iridi di colore diverso. Poi è sceso in sala, ha fatto alzare Fabrizio Frizzi ed è salito in piedi sulla sua poltrona per dirigere il pubblico che cantava il ritornello del suo brano.

Dopo la denuncia della violenza sulle donne, l'elogio della "non bellezza". Littizzetto nel suo monologo ha parlato, con tono leggero, della necessità di non sentirsi schiavi della bellezza, «nella vita non conta essere belli, conta essere fighi». E ha chiuso il suo intervento citando i non belli che hanno dato lustro all'Italia, da Ennio Flaiano a Totò, Rita Levi Montalcini, Leopardi, Aldo Fabrizi, Eduardo De Filippo, Tina Pica, Ligabue («il pittore»), Pavarotti «e già che ci sono risalgo fino a Noè, che non era Brad Pitt, ma ha salvato un mucchio di bestie».

Il monologo di Bisio. C'è stato anche il ritorno della comicità con Claudio Bisio che è riuscito a parlare di politica senza creare sconquassi. È partito da un vecchio monologo sui personaggi di Topolino ma poi si è mosso sul filo, scherzando sulla contestazione a Maurizio Crozza e ha rovesciato il piano, rivolgendo sugli elettori («vendere il voto è come vendere l'anima al diavolo. C'è chi lo fa per 50 euro, Faust lo ha fatto in cambio dell'immortalità») le accuse che di solito vengono rivolte ai politici. «Pensa che bello sarebbe avere come presidente del Consiglio un uomo o una donna normale, che va in tv una, due volte all'anno», ha detto.

E poi: «Finchè ci sono loro in questo paese non cambierà mai, dicono una cosa e ne fanno un'altra, non mantengono le promesse, sono incompetenti, bugiardi, inaffidabili, mandiamoli tutti a casa». Ma subito dopo aggiunge: «Non parlavo degli eletti, ma degli elettori, stavo parlando di noi, degli italiani, perché siamo noi i mandanti, noi che li abbiamo votati. Se li guardate bene è impressionante come ci assomigliano, sono come noi italiani, precisi sputati».

Bianca Balti sul palco scalza. La modella è arrivata sul palco con un vestito bianco e scalza, per non sembrare troppo alta, e con due vistosissimi orecchini. Molto emozionata, Bianca è stata accolta da Fazio e Littizzetto, che ha scherzato: «Siamo due tope model, Bianca e Bernie». Poi siparietto anche a fine serata. Bianca, questa volta con i tacchi a spillo, mentre mostra come sfila una modella sul palco, inciampa nell'abito lungo nero di pizzo con lo strascico e Luciana comincia a esultare urlando «E vai».

Nel gioco di reciproci sfottò, la Littizzetto lei si è presa qualche rivincita trovando la complicità di una radiosa Balti, super model e disponibile al gioco e di Martin Castrogiovanni, uomo simbolo della nazionale di rugby, personaggio impegnato nella solidarietà e dotato di una contagiosa simpatia.

Bello l'intervento di Lutz Forster, ballerino simbolo di Pina Bausch e protagonista di una coreografia su Leaozinho, un classico di Caetano Veloso, ospite ieri del festival.

Intanto per Fabio Fazio è già tempo di bilanci e di uno sguardo al futuro. Ma dopo le contestazioni che hanno accolto Crozza all'Ariston, il conduttore non ha dubbi: «Certo che rifarei la scelta di invitarlo - dice prima dell'ultima serata -. Con il senno di poi, anch'io penso che se avesse iniziato con Bersani e proseguito con Berlusconi le cose non sarebbero andate così. Ma il problema è che viviamo in un Paese in cui bisogna farsi questo scrupolo per andare in fondo a un pezzo. Non è normale dover pensare che ci possano essere contestatori. È un segnale brutto, anzi bruttissimo, che si faccia questo discorso».

Si dice poi «molto soddisfatto» degli ascolti e convinto che al festival si potessero «fare anche tante altre cose. Ma nell'impianto era questo il festival che volevamo, la gradazione del racconto era questa fin dall'inizio. E trovo che questo festival abbia per sempre incorniciato Luciana. È stata un gigante: non è facile, giorno per giorno, produrre tanti spunti di racconto».

Il Festival di Sanremo 2013 «si è ripagato con la raccolta pubblicitaria grazie al magnifico lavoro della Sipra e un ringraziamento va anche agli investitori pubblicitari che hanno creduto in questo progetto»: così il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, in una nota in cui si complimenta anche con i conduttori, il direttore di Rai1 Leone e tutto il team della tv pubblica. Si è avverata dunque la speranza di viale Mazzini di incassare una cifra tale da coprire sia i costi di produzione di festival (quest'anno previsti in non più di 11 milioni di euro, contro i 12,5 del 2012) che la quota di 7 milioni che la Rai dà al comune di Sanremo per la convezione.