«Una ricognizione storica - affermano gli organizzatori del Festival - per sconfiggere il gelo del vuoto e del luogo comunèe le false dicerie che, da sempre, hanno circondato la nascita della celeberrima Cappella Sansevero e la figura misteriosa del di Sangro».
La vicenda risale al 1590, quando Gesualdo da Venosa, marito tradito, uccide la moglie Maria d'Avalos ed il suo giovane amante Fabrizio Carafa, colti in flagrante adulterio nel letto di nozze. Toccherà ad Adriana Carafa ridare onore e dignità all'anima del figlio Fabrizio. «È uno spettacolo - scrive il regista De Luca - dove i piani temporali e spaziali non hanno confini, fatto di immagini fuggenti, personaggi onnipresenti che si guardano e scrutano, si spiano e si rincorrono. Attori e danzatori si parlano e parlano a noi, uomini contemporanei, perché la vita e la morte, il passato e il presente, semplicemente, si confondono e ogni personaggio ha la sua musica, in omaggio a Gesualdo e ai suoi madrigali immortali». Lo spettacolo verrà replicato il 12 luglio alle 19.