Eleonora Pimentel Fonseca, l'eroina tra pubblico e privato in scena al Maschio Angioino per Maggio dei Monumenti

Eleonora Pimentel Fonseca, l'eroina tra pubblico e privato in scena al Maschio Angioino per Maggio dei Monumenti
Giovedì 5 Maggio 2016, 15:49 - Ultimo agg. 23 Maggio, 13:34
4 Minuti di Lettura
Dopo il grande successo di questo inverno, consumato tra file al botteghino e una carrellata di «sold out», applausi e standing ovation, «Eleonora Pimentel Fonseca. Con civica espansione di cuore», per la regia di Riccardo De Luca, torna in repliche straordinarie come spettacolo di punta del «Maggio dei Monumenti 2016». Sarà infatti di nuovo in scena stavolta nell’imponente cornice del Maschio Angioino, per due weekend consecutivi: venerdì 27 e sabato 28 maggio, alle ore 21 e venerdì 3 e sabato 4 giugno, sempre alle ore 21.

Nell’atmosfera scandita dalla melodrammatica aria della
«furtiva lagrima» entrano gli attori. Sull’aria di Donizetti si innesta a sorpresa la Marsigliese che rallenta dolente nel lago del coro del “marchons marchons” rivoluzionario come uno straziante canto d’amore. Poi subito il giudice borbonico Nicola Speciale che condanna a morte Eleonora Pimentel Fonseca. Da lì, parte la narrazione della “portoghesina” che racconterà la sua vita. L’arrivo a Napoli, la frequentazione dei salotti intellettuali liberali ovvero il glorioso palazzo Serra di Cassano, la corte che si mostra accondiscendente verso la “poetessa”.

Poi l’eco della rivoluzione francese, l’animo rivoluzionario di Eleonora che si dispiega nella lotta alla retrività borbonica, la formazione dei nuclei giacobini, l’arrivo a Napoli dell’esercito Francese, la cacciata dei Borboni e la proclamazione della Repubblica Napoletana del 1799 con la formazione della più avanzata forma di costituzione di tutta la storia dell’occidente. Eleonora diventa direttore, primo direttore donna della Storia, del giornale portavoce del governo “Il monitore napolitano”, da cui condurrà tutte le sue battaglie politiche in nome della democrazia e della emancipazione del popolo dell’ex regno, tenuto in condizioni miserabili di ignoranza e di miseria estreme.

Ma l’abbandono dell’esercito francese lascia la Repubblica in balìa della reazione borbonica, sanfedisti, lazzari, insurgenti, l’esercito inglese manovrati da Carolina in cerca di vendetta per la decapitazione in Francia della sorella Maria Antonietta e dal suo complice re Ferdinando. Eleonora e la repubblica hanno la peggio, ed Eleonora e i suoi amici patrioti finiranno chi decapitato chi impiccato. Questo in sintesi lo snodo storico che in un’ora e venti sarà ripercorso nello spettacolo scritto da Riccardo De Luca che ha attinto da romanzi biografici come “Cara Elonora” di Maria Antonietta Macciocchi, “Il resto di niente” di Enzo Striano, e tra i vari documenti dell’epoca, dallo straziante “manoscritto di separazione” tra Eleonora e il marito Pasquale Tria, dove ci si affaccia nell’emblematica e tormentata vita privata della Pimentel.

Questi testi, più altri originali di invenzione scritti da De Luca ex novo portano nel cuore della storia di Eleonora, a sua volta al centro del cuore della Storia: la battagliera Lenòr, la moglie Lenòr, la mancata madre Lenòr, la condannata a morte Lenòr interpretata con grande piglio combattivo, delicatezze profonde, sfumature intense da Annalisa Renzulli e attorno a Lenòr/Annalisa gira una fittissima schiera di personaggi tra cui il Re lazzarone Ferdinando, il sordido marito Pascuale Tria, l’ineffabile giudice Speciale, il poetico Pulcinella Cammarano tradotti in scena dalla perizia e dalla fantasia di Riccardo De Luca; la feroce regina Carolina ben creata da Francesca Rondinella che non manca di regalare da Theodorakis il “Fiume amaro” dell’animo di Lenòr; il dolce e dubbioso padre De Forti reso con viva drammaticità da Gino Grossi; la forza e il candore di Gennaro Serra di Cassano ridonato da Salvatore Veneruso con romantica sensibilità; la sensualità di Emma Hamilton rivissuta con elegante delicatezza da Lucrezia Delli Veneri; lazzari, insurgenti e plebe ben sintetizzati da una drammatica Marianna Barba e da un efficace Dario Barbato.

Infine, dopo l’impiccagione, improvvisamente sopravvissuta alla sua morte, interpretando le riflessioni di De Luca sul futuro, Lenòr/Annalisa regalerà un momento di intensissima invenzione scenica: la visione delle idealità del ’99 come proposta di una strada politica alternativa, interpretata dalla Renzulli con una finezza gestuale e una originalità tonale così adeguate al senso che il finale diventa appassionatamente, poeticamente rivoluzionario.
Il tutto diretto dallo stesso De Luca con mano inventiva, rigorosa e allo stesso tempo salutarmente spiazzante. Lo spettacolo patrocinato da vari Enti e Istituzioni tra cui l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e il Consolato del Portogallo sarà in repliche straordinarie al Maschio Angioino venerdì 27 e sabato 28 maggio, ore 21 e venerdì 3 e sabato 4 giugno, ore 21. Biglietto: euro 10. Prevendite abituali (Box Office, Feltrinelli, Concerteria, Promos etc) e on-line su www.etes.it Per info e prenotazioni: Stati Teatrali 339 3113 514; 3277022940.
© RIPRODUZIONE RISERVATA