I funerali di Luca de Filippo. Carolina Rosi: «La compagnia continua». Oltre Eduardo, nel segno dei De Filippo

I funerali di Luca de Filippo. Carolina Rosi: «La compagnia continua». Oltre Eduardo, nel segno dei De Filippo
di Donatella Longobardi
Martedì 1 Dicembre 2015, 17:18 - Ultimo agg. 12:11
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«Un lavoro così di trent’anni non può andare perduto, deve continuare e io sono pronta a farlo». La moglie di Luca, Carolina Rosi dà coraggio a tutti. Arriva tra i primi alla cerimonia per salutare De Filippo ed è lei a curare gli ultimi dettagli, a far sistemare sulla bara del marito la maschera di Eduardo. In sala ci sono già l’ex moglie dell’attore scomparso, Paola, con i figli Luisella e Tommaso, e Matteo, nato dall’unione di Luca con Annamaria Sfogli. Hanno tutti gli occhi lucidi e non nascondono il dolore e la stanchezza.



«Luca ha lavorato tanto, un lavoro che va oltre l’eredità di Eduardo, curava la compagnia come fosse la sua stessa famiglia», insiste Carolina, lei che in pochi mesi ha perduto il padre, Francesco Rosi, e il marito, e ora sembra assumere su di sé la grande eredità di Luca e della famiglia De Filippo.

«Dopo De Filippo? Non cambia nulla, De Filippo ormai è una categoria dell’anima», sintetizza in poche battute Vincenzo Salemme mentre tutti gli amici e colleghi piangono chiedendosi cosa ne sarà del domani del teatro napoletano. Gli fa eco un attore che napoletano non è ma che alla città è da sempre molto legato Roberto Herlitzka e che con Luca lavorò in una breve apparizione di un film della Wertmuller, «Mannaggia la miseria»: «Il teatro napoletano continuerà ad esserci finché ci saranno i napoletani». «Dobbiamo onorare Luca che con la sua azione ci ha indirizzati e aiutati, il teatro napoletano è vivo e ricco, dobbiamo seguire sull’esempio di De Filippo», aggiunge Francesco Saponaro che con Luca ha realizzato recentemente un lavoro sui burattini cui l’attore scomparso aveva dato voce in un testo che univa due atti unici di Eduardo, «Sik Sik» e «Pericolosamente».

E il teatro napoletano a Roma c’è tutto. Arrivano alla spicciolata, mischiati alla folla di gente comune, Toni e Peppe Servillo, Paolo Sorrentino, Silvio Orlando, Iaia Forte, Enzo Decaro, Tosca D’Aquino, Antonella e Delia Morea, Sergio Assisi, la sovrintendente del San Carlo Rosanna Purchia, il direttore dello Stabile Renato De Fusco, Antonella Di Nocera, Angelo Curti, Gigi Savoia, Maurizio Casagrande, Lello Arena, Massimo Ghini. Ma ci sono anche il Presidente del Senato Pietro Grasso, Gennaro Migliore, Nicola Fratoianni e Ciccio Ferrara, Ettore Scola, Aurelio De Laurentiis, Roberto Andò, Paola Gassman e Ugo Pagliai, Roberto Cicutto, Franco Carraro, Gianni Letta, Sergio Rubini, Luca di Montezemolo, Alessio Vlad, Vincenzo De Vivo, Francesco Rutelli, Massimo Ghini, Sergio Castellitto, il presidente della Regione Lazio Zingaretti, il commissario di Roma Francesco Paolo Tronca.

Mario Martone con Ippolita arriva a cerimonia iniziata, ha gli occhi umidi Marisa Laurito, le parole malferme Luciano De Crescenzo, i ricordi appannati Carlo Giuffrè. «Nel 1948, mentre Luca nasceva, entrai nella compagnia di Eduardo», dice l’attore cui lo stesso Luca aveva concesso di portare in scena per primo molte delle più celebri commedie del padre.

«Non volli solo “Filumena Marturano”, lì il personaggio principale è una donna», racconta. Ed è proprio una delle ultime ”Filumena”, Lina Sastri, a uscire tra le prime dalla sala dell’Argentina in lacrime. Era il 2008 quando proprio al Teatro Argentina lei aveva recitato nei panni dell’ex prostituta e Luca era stato Domenico Soriano, l’ultima volta che s’era visto nella sala del Teatro di Roma che ieri lo ha ospitato per l’ultimo saluto.

E tra le partner privilegiate di De Filippo ecco Angelica Ippolito, figlia del fisico e di Isabella Quaratotti, ultima moglie di Eduardo: «Che dire, non ho parole, ho perso un amico, una persona cara e poi... è successo tutto così in fretta...». Tanti, infatti, anche nel piccolo mondo del teatro poco o nulla sapevano della malattia rapidissima e inesorabile che ha stroncato la vita di Luca.

«Mi aveva chiesto di sostituirlo per le repliche al Piccolo di Milano, poi le notizie si sono fatte giorno dopo giorno da bollettini medici a bollettini di guerra», dice Gianfelice Imparato che ha preso il posto di Luca nell’ultima commedia portata in scena dall’attore, «Non ti pago». Il debutto a Napoli, all’Augusteo, ai primi di novembre: «È da noi che ha preso l’ultimo applauso», ricorda la proprietaria del teatro, Alba Caccavale. Lo spettacolo sta replicando regolarmente, stasera sipario al Massimo di Benevento, da domani al 6 dicembre al Verdi di Salerno.

«Ero andata a salutarlo in teatro a Napoli, poi andammo a cena da Ciro a Santa Brigida, non potevo immaginare...», dice Christian De Sica contento che tutti, in città lo chiamavano «Luca» come chiamavano Eduardo solo «Eduardo». Un fatto notato anche da Antonio Bassolino, amico personale di Luca: «Portava un peso enorme sulle spalle, quello di Eduardo, ma è riuscito con eleganza e sobrietà a diventare solo Luca con l’impegno di tanti anni», ha detto ricordando anche i giorni in cui si perfezionò il dono al Comune di Napoli del Teatro San Ferdinando, le gite al mare e le visite all’Isca, l’isoletta di fronte ai Galli di proprietà della famiglia De Filippo. Luogo caro anche ai ricordi legati ai De Filippo di Leopoldo Mastelloni, «amico anche delle tre mogli di Luca», dice assistendo al nostalgico addio all’attore «come una commedia che stiamo scrivendo oggi».

E dalla Marina del Cantone arriva anche Peppino, amico di tante passeggiate in barca: «E pensare - dice - che proprio ora Luca aveva in progetto di restaurare la casa sull’isolotto...».

Uno dei tanti progetti lasciati a metà da De Filippo, progetti soprattutto legati a Nisida, alla Fondazione De Filippo e alla Scuola di Teatro nata all’interno dello Stabile. «Confermo tutto, terremo fede a tutti gli impegni presi con lui poche settimane fa», dice con piglio severo il governatore Vincenzo De Luca, in sala con il gonfalone della Campania mentre quello del Comune di Napoli era presidiato dall’assessore alla Cultura, Nino Daniele che pure ha ribadito l’intento della giunta di dar seguito a tutti i progetti avviati. «Come Luca avrebbe voluto».