Lillo&Greg: «D'Alessio è fin troppo per la musica italiana»

Lillo&Greg: «D'Alessio è fin troppo per la musica italiana»
di Francesca Cicatelli
Giovedì 16 Febbraio 2017, 23:46
2 Minuti di Lettura
Non hanno la tv a casa da cui una certa difficoltà ad individuare "l'assassino e i misteri" (parafrasando il loro spettacolo al teatro Cilea a Napoli fino a domenica 19 febbraio) della tv italiana, anche se ammettono che sia inspiegabile la sopravvivenza "da oltre trent'anni di un pessimo intrattenimento musicale e non, sullo schermo". Nella video intervista a Il Mattino difendono Gigi D'Alessio "fin troppo alto per la  musica italiana che è invece a terra", passando per gli sfoghi che mantengono l'equilibrio di coppia. Parlano della loro delusione all'indomani della chiusura del programma di Radi Radio 2 "610" ora riaperto in un'altra fascia oraria. Ma alcun rancore per Carlo Conti: "Non è dipeso da lui".  
 

Fino al calcio: "Un rito ancestrale sopravvalutato; la passione per il calcio è un gioco da bambini e il fatto che piaccia a tante persone è preoccupante". Quindi rappresentano Napoli rievocando Totò e Peppino.Il duo torna in città con il loro meta-teatro dell'assurdo in uno spettacolo intitolato "Il mistero dell'assassino misterioso" per la regia di Mauro Mandolini con Dora Romano, Danilo De Santis e Vania Della Bidia. Un giallo dai toni brillanti che si intreccia audacemente con le dinamiche di una compagnia di attori pronti a tutto pur di farsi notare dal produttore televisivo presente in platea. Nata da un’idea di Greg e scritta a quattro mani con Lillo, "Il Mistero dell’assassino misterioso" è stata la prima commedia in cui si fa centrale la narrazione metateatrale e svela con un pizzico di perfidia, il delicato equilibrio su cui vivono alcune compagnie di teatro, ma su cui si fondano anche la maggior parte dei rapporti umani: gelosie, meschinità, invidie, rancori e falsità.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA