Napoli, Porcaro al Delle Palme: «L’Alzheimer e le mie donne dal core ‘ngrato»

Napoli, Porcaro al Delle Palme: «L’Alzheimer e le mie donne dal core ‘ngrato»
di Stefano Prestisimone
Venerdì 17 Febbraio 2017, 09:34
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Da Veronica a Natasha, passando per Assundam, in fondo tutti i personaggi di Rosalia Porcaro sono maschere tragicomiche: operaie sfruttate, cantanti neomelodiche disperate, donne napoletan-afghane che narrano della loro vita sotto il velo. Dunque non è cosi sorprendente che il nuovo spettacolo teatrale dell’artista partenopea sia una pièce drammatica con momenti divertenti e grotteschi. S’intitola «Core n’grato», parafrasando la storica canzone che fu cavallo di battaglia di Enrico Caruso, e va in scena da stasera a domenica al Delle Palme. Con lei sul palco il Trio Anema, ovvero Marcello Corvino, Massimo De Stephanis, Biagio Labanca, e la cantante Giorgia Camurati. 
«Avevo in mente di scrivere questo testo da tempo, è un lavoro particolare, che mescola situazioni drammatiche e comiche affrontando un tema spinoso, quello del rapporto madre-figlia, che nella terza età del genitore, si ribalta totalmente», spiega la Porcaro: «Le madri diventano come bambine, le figlie devono trasformarsi in mamme. La madre del mio spettacolo si ammala di Alzheimer, perde memoria e senno, almeno apparentemente. Ma in realtà capisce tutto e sente ciò che la figlia dice di lei, insofferente e disturbata dallo stato di salute della madre. Parole amare da digerire. Da qui il titolo: sarà per le mie esperienze personali, ma è un tema che mi tocca particolarmente. L’ho scritto assieme a Corrado Ardone che ha condiviso situazioni simili e dunque ha potuto entrare come me nel cuore del problema».

Il Trio Anema, già con Rosalia Porcaro nello spettacolo «Mamme, suocere e vajasse», intonano brani che sottolineano le atmosfere, passando dall’allegria di Carosone all’Haendel di «Lascia ch’io pianga». «I personaggi sono tre, perché c’è anche la badante, e li interpreto tutti io. Nella storia la mamma ad un certo punto muore, ma riappare al pubblico per commentare ciò che ha ascoltato dalla figlia e girando in fondo il coltello nella sua stessa piaga. Quando la memoria di una madre svanisce e con sé la propria storia, nasce l’occasione di conoscersi nel profondo, incontrandosi non come madre e figlia ma come persone. Ma in realtà nessuno è preparato ad un evento come l’Alzheimer che destabilizza anche coloro che stanno intorno. Insomma, è uno spettacolo molto serio in cui ho però inserito note grottesche e comiche, perché fa parte del mio dna. Con me interagisce Giorgia Camurati, che oltre a cantare entra anche nei panni della figlia nelle scene a due, pur senza recitare», continua la Porcaro.
La regia è di Carlos Branca, argentino, collaboratore di Bacalov con cui ha curato opere liriche, ma anche attore (ha vestito i panni di Borges diretto da Barberio Corsetti). «È un regista passionale, che si è immerso nel testo e lo ha sentito nel profondo, restituendo quindi una messa in cena che spero sia emozionante. Sono molto curiosa della reazione del pubblico davanti ad una Rosalia diversa da ciò che ci si aspetta. Ma che in fondo era venuta fuori già nel mio corto “Mamma”. Insomma, la storia si ripete».

Intanto, conclude Rosalia, « dopo aver chiuso l’esperienza molto gratificante accanto a Carlo Buccirosso in “Una famiglia quasi perfetta”, attendo qualche chiamata dal cinema, mia grande passione. Il desiderio di fare un film scritto da me c’è sempre, non mi molla mai. In questi anni ho accumulato idee e progetti cinematografici in serie e spero sempre di trovare un produttore che mi voglia affiancare».
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