Il trionfo della soprano Siri:
conquisto la piazza Rossa, poi Milano

Il trionfo della soprano Siri: conquisto la piazza Rossa, poi Milano
Sabato 20 Agosto 2016, 13:59
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È salita sul palcoscenico con delle vertigini fortissime, dovute a una tripla ernia al disco cervicale, e, come se niente fosse, ha cantato Norma allo Sferisterio di Macerata: un successone il 29 luglio come in tutte le altre date in cartellone al festival. Ma Maria José Siri è così: «mi piacciono le sfide», racconta il soprano uruguayano che da domani al 28 agosto sarà Aida nelle repliche conclusive all'Arena di Verona, per poi cantare nel Requiem di Verdi con la Scala diretta da Chailly l'11 e il 14 settembre al Bolshoi di Mosca (con tanto di maxischermo sulla Piazza Rossa) e debuttare il 7 dicembre come Madama Butterfly a Milano.

«Per me è un doppio debutto - spiega -. Non ho mai cantato Butterfly e non sono mai andata al 7 dicembre e questa volta ci sarò come protagonista! Sono felice e coraggiosa». I nuovi ruoli non la spaventano, anzi. Norma, in cui ha debuttato quest'anno, è diventato uno dei suoi ruoli preferiti come Tosca, donne forti e volitive. Diverse insomma da Aida che ha già cantato oltre 100 volte nei teatri di tutto il mondo, nelle versioni più disparate: da quelle classiche di Franco Zeffirelli a quella firmata da Ferzan Ozpetek, a quella di Karsten Wiegand, con Radames vestito come un incrocio fra Gheddafi e Michael Jackson con tanto di occhiali da sole. Adesso c'è Butterfly. Dopo che Riccardo Chailly l'ha scelta nel ruolo principale con un'audizione ha iniziato a studiarla. Anche perché la versione che andrà in scena non è quella entrata nella tradizione ma quella che debuttò fra i fischi nel 1904 proprio alla Scala e che poi fu rivista e corretta da Puccini. Una versione che, è convinta, fa capire meglio il personaggio e la vicenda.

«A me piacciono le sfide, l'innovazione - ammette - perché dobbiamo sempre offrire qualcosa di nuovo al pubblico». Di quello scaligero, che certo poco ama le novità, non sembra avere paura. Scegliere la versione originale non è andare contro quella tradizionale ma «rendere onore a Puccini e al pubblico della Scala che sarà contento di sentirla. Questa volta sarà premiata». E d'altronde anche Riccardo Chailly, in un'intervista allo svizzero Neue Zurcher Zeitung prima di aprire il Festival di Lucerna, ha spiegato che la Scala ha un grande passato, che lo spirito del passato è un bene per le antiche istituzioni. Certo «è difficile a volte uscire dalle ombre del passato ma bisogna tentare. Ci vuole coraggio». «Noi - ha aggiunto - metteremo in scena grandi opere, con l'energia e le forze di oggi. E con registi di oggi». Oltre a cantanti che amano le sfide.
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