Un tuffo nel passato con la mostra
sulla TV prima e dopo Carosello

Un tuffo nel passato con la mostra sulla TV prima e dopo Carosello
di Francesca Duranti
Martedì 7 Febbraio 2017, 17:11 - Ultimo agg. 17:13
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Profumo di radica, bachelite e moplen, la “Tv prima e dopo Carosello”, non è solo una mostra sulla storia della società che cambia con i media, ma è anche un percorso per riscoprire quel design quotidiano, raffinatissimo nella sua semplicità, ormai relegato a vezzo di pochi appassionati collezionisti, e sostituito magari con la rassicurante low cost Ikea. A Palazzo della Penna, fino al 9 aprile, tra allestimenti scenografici e una bella dose di amarcord, Carosello si racconta nei suoi vent’anni di vita, seduti al tavolo di un bar bevendo una Coca Buton, o un Cinar, magari in via Fani a Perugia, come testimoniano le belle immagini in bianco e nero (collezione Crocchioni), dove la tv era per pochi, ma nei bar era per tutti. Questo racconto per oggetti ed immagini è stato pensato e realizzato da Fabio Melelli e Luciano Zeetti, in collaborazione con Rai teche, Misseri Studio Produzioni Cinetelevisive, Museo del gioco e del giocattolo di Perugia e l’archivio storico Buitoni Perugina. La mostra, voluta fortemente dall’Assessore Severini, si inserisce in un calendario fittissimo di eventi ed esposizioni che caratterizzeranno il 2017, e che vede coinvolto, per la prima volta, il nuovo gestore del Museo Civico, la società Munus.
Il design
Il televisore era e resterà il totem del salotto, che sia nella casa borghese, nel loft hi-tech o nel bilocale del giovane precario 2.0, da mobile di design dal profumo di radica, è oggi diventato un elemento non solo di arredo, ma una finestra sul mondo esterno, “tappezzeria visiva” che nella società liquida di Bauman non poteva che diventare a cristalli liquidi. Catalogato per una vita sotto la voce elettrodomestico, ci ha accompagnato da Carosello ai talent, in un’evoluzione mediatica che ha corso velocissima, ma a cui, soprattutto in Italia, siamo ancora molto legati, soprattutto alle sue origini. I modelli di tv in mostra sono rari e gelosamente custoditi da Zeetti nel suo Museo del Giocattolo: dai Tesla del ’54 ai Phonola, allo spaziale modello Atlantic degli anni Sessanta, fino agli intramontabili modelli Memphis di Sotsass per Brionvega. Ma non mancano oggetti impressi nella memoria come i numerosi giradischi e grammofoni, i registratori a doppia bobina che spesso si intravedono nelle interviste di Oriana Fallaci ai grandi della Terra, ed anonimi elettrodomestici dai colori pastello degni del Museo della Triennale di Milano o del Moma di New York. Intervallo Il percorso ci invita ad entrare ufficialmente nel mondo della tv con un’installazione dal sapore ludico amarcord (opera di Paolo Ballerani per Totem) dove un bel gregge di pecore ci riporta alla memoria “l’intervallo” sul più bello causa problemi tecnici, accompagnato dall’immancabile arpa di Handel.
Tv e Carosello
Carosello, 1957 – 1977, vent’anni di vita dell’epoca in bianco e nero, uno dei programmi più longevi della televisione Italia. In tutto questo periodo Carosello svolge la funzione di specchio della totalità della società e di viatico per l’appagamento del desiderio di una collettività in continua evoluzione, sociale, politica e morale. Filtrato da mamma Rai, il format di Carosello ammicca, lascia intuire, invoglia, tra uno stacchetto e l’altro, a comprare, ad appagare le proprie fantasie comprando l’oggetto pubblicizzato dentro la scatola televisiva. C’è una stanza in mostra dove sono raccolti rarissimi gonfiabili di Carosello, tra Ercolino sempre in piedi a Susanna tutta panna, i primi esempi di raccolta punti, da cui la pubblicità, pensandoci bene, non si è mai evoluta per fidelizzarsi il pubblico dei bambini. In questa regia nazionale c’è anche l’Umbria, con la Perugina, e i suoi Baci, tra testimonial come Gasmann e Frank Sinatra. Il “Secondo tempo” della mostra è dedicato alla tv dopo Carosello, iniziando dal primo telegiornale regionale e dalle acerbe tv locali che già dal 1975 trasmettevano via cavo le partite di calcio, parliamo delle mitiche Tele Aia e Teleumbria. L’esposizione è corredata da un interessantissimo catalogo edito da Aguaplano curato dallo stesso Melelli, dove trovano voce, storie ricche di dettagli e contenuti sull’Italia televisiva dal 1939 al 1977.
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