Gomorra II, presentata la nuova serie: Napoli non ne esce sconfitta | Guarda

Gomorra II, presentata la nuova serie: Napoli non ne esce sconfitta | Guarda
di Luciano Giannini
Lunedì 9 Maggio 2016, 16:16 - Ultimo agg. 10 Maggio, 10:49
3 Minuti di Lettura

La strage (per fiction) a un picciotto scomodo della ‘ndrangheta in un ristorante italiano di Colonia al ritmo dei kalashnikov evoca la strage (vera) avvenuta a Duisburg il giorno di Ferragosto del 2007; l’alleanza (per fiction) tra le famiglie criminali successiva alla disgregazione del regno di Pietro Savastano ricorda quella (vera) successiva alla faida di Scampia. E così pure il fenomeno dei “girati” , i giovani camorristi rampanti che litigarono con gli scissionisti alleandosi con gli ex nemici. 
 

 

Si nota subito la mano di Roberto Saviano nella seconda stagione di “Gomorra”, la serie targata Sky, in onda da domani sera su Sky Atlantic HD e su Sky Cinema 1, presentata stamattina al Teatro dell’Opera di Roma in una conferenza stampa internazionale, cui hanno partecipato produttori (oltre alla pay-tv, Catleya, Fandango e e la tedesca Beta Film), i quattro registi coordinati da Stefano Sollima, gli sceneggiatori Stefano Bises e Leonardo Fasoli, gli attori Fortunato Cerlino, Marco D’Amore, Salvatore Esposito, Marco Palvetti, le new entry Cristina Donadio e Cristiana Dell’Anna e, in un ruolo minore, Gianfranco Gallo. Preziosa la collaborazione della film Commission Regione Campania e di Gaetano Di Vaio, nel ruolo, come nella prima serie, di consulente per i dialoghi, in un napoletano ancora più stretto, e per i rapporti con i territori che hanno ospitato i set.

Lo stesso Saviano dal palcoscenico del Teatro dell’Opera spiega: “Nel raccontare Gomorra non possiamo prescindere dalla realtà. Ma ne prendiamo spunto per far comprendere al pubblico di tutto il mondo quali sono i meccanismi del potere malavitoso emancipandoci dalla retorica e da ogni giudizio morale. ‘Gomorra’ non denuncia ma descrive”. E poi: “L’obiettivo era sparigliare rispetto alle serie crime made in Usa, che non spiegano come si crea una piazza di spaccio, come si controlla una elezione comunale, come si pianifica una esecuzione”.

In questa epopea del male Napoli non esce sconfitta. Dopo il successo internazionale della prima stagione, venduta in 131 Paesi del mondo, la seconda, già nelle prime due puntate mostrate ieri in anteprima alla stampa, propone molte scene girate all’estero, in Honduras, dove si rifugia Genny Savastano, risorto dalle proprie ceneri dopo l’agguato di Ciro Di Marzio; e in Germania, per esempio, dove si è rifugiato il padre Pietro Savastano dopo l’evasione. Saviano: “Non ci preme raccontare Napoli attraverso il mondo, ma il mondo attraverso Napoli”. Per dire che Gomorra, ormai, è un contropotere, un virus con cui l’intero pianeta deve fare i conti, pericoloso come l’Isis e i musulmani integralisti, perché più nascosto, ma non meno violento e feroce. E violenta, feroce, cupa, inquietante, è questa seconda stagione, in cui tutti vogliono guadagnare potere e danaro sfruttando la disgregazione della famiglia Savastano. La conquista e la gestione del potere governano su tutto, anche sui sentimenti, come nel caso di Ciro Di Marzio che ama la moglie, ma non esita a strangolarla quando intuisce che sta per andare alla polizia e tradirlo perché non ce la fa più a sostenere la tensione di una guerra senza pietà e rispetto.
La nuova serie, in 12 episodi, ciascuno di 50 minuti, andrà in onda ogni martedì con doppia puntata. E i produttori già preparano una terza serie. Perché “Gomorra” è un business mondiale. Lo è per i cattivi, ma anche per i buoni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA