Pif: «Napoli è una Palermo frullata.
Ma anche le mafie sono in crisi»

Pif: «Napoli è una Palermo frullata. Ma anche le mafie sono in crisi»
di Francesca Cicatelli
Martedì 25 Ottobre 2016, 23:31 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 07:03
3 Minuti di Lettura

Quando lo ascolti capisci che correre è una beffa da cui prendere il largo, un modo insano di approcciarsi alle cose.  Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif a Napoli per la presentazione del nuovo film "In guerra per amore” (prodotto da Wildside e RaiCinema e distribuito da 01 Distribution dal 27 ottobre nelle sale italiane) ha probabilmente capito che di default siamo senza tempo e conviene conservarlo il più possibile per spenderlo solo in atti creativi. E' un pensatore di professione, uno di quelli che dà spazio alle ronde sui merli della mente, all'avanti e indietro dell'immaginazione. E lo si vede anche dal suo modo di parlare e rispondere, di frenare i pensieri impulsivi, di soffermarsi nelle pause. Nel nuovo film parla di sogni che fanno un viaggio al contrario. Che "usano" la guerra per amore, che realizzano sogni in Italia, partendo dalla terra del sogno americano, New York, ma giura "di non averlo fatto apposta, è stata solo una coincidenza e i sogni, così come l'amore, non sono territoriali e vanno al di là di dove ti trovi".



 


Rifugge i social, appaga l'ego con il lavoro e stenta a capire chi invece "si accontenta di tre like sui social". Si dice pronto ad un colossal sui "primi insediamenti mafiosi su Marte"  ironizza  e ne avrebbe fatto il sequel de "La mafia uccide solo d'estate" anche se "speriamo che non ce ne sia bisogno". La sua sana lentezza gli ha permesso di gustarsi anche la popolarità, di "andarci piano, altrimenti avrebbe nociuto alla salute, sarebbe potuta diventare pericolosa".A Napoli ambienterebbe un film spolo per esigenze di sceneggiatura ma  non gli viene "spontaneo perché in lei rivedo Palermo: i napoletani - dice - certo sono diversi, ma qui mi sento come a casa del cugino perché Napoli è una Palermo, una Palerno frullata dove tutto è ancora più eccessivo". E lui che di mafie se ne intende difende Gomorra: "è improbabile che uno si metta a fare il camorrista perché ha visto la serie.
E poi la crisi colpisce anche le mafie ultimamente".

© RIPRODUZIONE RISERVATA