Lady D sul grande schermo, rotto il tabu
Watts: «La sua eredità spirituale ancora viva»

Lady D sul grande schermo, rotto il tabu Watts: «La sua eredità spirituale ancora viva»
di Deborah Ameri
Venerdì 6 Settembre 2013, 10:30 - Ultimo agg. 11:01
2 Minuti di Lettura
LONDRA - Un film controverso, ma anche molto atteso, soprattutto in Gran Bretagna. Che rompe il tab: per la prima volta “Diana” porta sullo schermo la vita della principessa del Galles, morta 16 anni fa in un incidente a Parigi. La storia raccontata dal regista Oliver Hirschbiegel si concentra sugli ultimi due anni di vita di Lady D. (che ha il volto di Naomi Watts) e sulla sua storia d’amore con il cardiochirurgo Hasnat Khan (Naveen Andrews). Una relazione tenuta in gran parte segreta. Proprio in questi giorni rimbalzano le notizie di nuove rivelazioni sulla morte di Diana, che sarebbe stata assassinata da una squadra delle Sas, le forze speciali inglesi. Una pubblicità non gradita dai produttori del film, che esce nelle sale italiane il 3 ottobre. A Londra abbiamo incontrato la protagonista Naomi Watts.

Cosa pensa delle cospirazioni che circondano la morte della principessa e di questi indizi inediti? «Non voglio che venga ricordata per questo, per quello che perfino oggi è scritto sui giornali. Ma per la sua compassione e per la storia d’amore di cui parliamo nel film. L’eredità spirituale di Diana è ancora viva, anche a 16 anni dalla sua scomparsa». Aveva già rifiutato due volte, alla fine ha detto sì. Che cosa l’ha convinta? «La stessa cosa che mi terrorizzava poi mi ha spinta a cambiare idea: la sfida di affrontare un’icona, forse la donna più famosa di sempre. È stato un impegno spaventoso ma questa storia andava raccontata». Come si è preparata al ruolo? «C’è stata una lunghissima fase iniziale durante la quale mi hanno trasformato fisicamente per assomigliare di più a lei. Poi ho fatto moltissime ricerche sul personaggio. Ho letto libri e articoli, guardato molti video e soprattutto la famosa intervista a Martin Bashir, dove lei diceva che nel suo matrimonio erano in tre. Per me è stata la scena più difficile da girare». Il dottor Khan in una recente intervista sostiene che il film sia basato su bugie e gossip. «La storia è stata costruita grazie ai racconti di diverse persone, che conoscevano Diana e che hanno approvato la sceneggiatura. E anche sulle centinaia di pagine di deposizioni dell’inchiesta sulla sua morte, nelle quali si parlava della relazione con Khan. Ci siamo presi qualche libertà, perché questo non è un documentario, ma siamo stati rispettosi e attenti a non offendere la sensibilità di nessuno». Studiando Diana c’è qualcosa che l’ha sorpresa della sua personalità? «Sì, il suo senso dell’umorismo, a volte un po’ sfrontato e malizioso. La sua abilità nel flirtare con chiunque e il suo coraggio immenso nel ribellarsi al ruolo che tutti volevano affibbiarle». Lei è una donna famosa. Si è immedesimata un po’ in Diana? «Non posso davvero paragonare la mia fama alla sua. Non c’è stato quasi nessuno come lei. Era sotto lo scrutinio della gente continuamente. Non riesco a immaginare come abbia fatto a sopportarlo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA