Nello speciale testimonianze e ricordi di vita raccontati da chi fu vicino anche nelle ultime ore a Don Puglisi. Come Suor Carolina Iavazzo, sua collaboratrice che ricordando il giorno il giorno dell’omicidio dice: “Per lui la vita era gioia. Don Pino negli ultimi tempi era preoccupato ma non si perse mai d’animo. Cercava di tenerci fuori. Quando lo vidi in volto, appena morto, non fui tanto impressionata da quel rigolo di sangue che scendeva vicino all’orecchio, ma dal suo sorriso”. Ad uccidere fu Salvatore Grigoli che in carcere sembrò intraprendere un cammino di pentimento e conversione. Lui stesso raccontò le ultime parole di Don Pino prima di essere ucciso: “un sorriso e poi un cripto me lo aspettavo”.
Mandanti dell’omicidio furono i capi mafia Filippo e Giuseppe Graviano, poi condannati all’ergastolo.
I funerali di Don Puglisi videro la partecipazione di migliaia di persone per le strade di Palermo. La mafia, “espressione di una cultura di morte in contrapposizione con il Vangelo “, come ricordò Papa Francesco, non aveva vinto. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto. Sulla tomba di Don Puglisi, nel cimitero di Sant’Orsola a Palermo, sono scolpite le parole del Vangelo di Giovanni: “Nessuno ha un amore più grande di questo. Dare la vita per i propri amici”.