Tv: il governo pensa a tax credit per l'intrattenimento

Tv: il governo pensa a tax credit per l'intrattenimento
Lunedì 20 Giugno 2016, 18:37
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MILANO - L'allargamento del tax credit per l'audiovisivo ai formati di intrattenimento, purché con un dna italiano: questa la proposta che esce dall'incontro «Il valore della produzione» organizzato da Apt Associazione produttori televisivi a Milano. Il suggerimento arriva direttamente da Antonello Giacomelli, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni. Spunto del dibattito, la fotografia del mondo della produzione indipendente scattata dal Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi e dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per l'Apt: in Italia la produzione indipendente di intrattenimento pesa soltanto per un 3,9% del comparto tv (0,3 miliardi di euro), contro l'8,8%, per esempio, del Regno Unito (1,5 miliardi). Nel 2015 solo 4.344 ore di intrattenimento (il 31% del totale, pari a 13.850 ore) sono state realizzate da produttori indipendenti (contro un 69% di produzione interna). Circa un quarto dei programmi di intrattenimento è rappresentato dai format, in gran parte stranieri: solo il 5% dei titoli e delle ore in onda l'anno scorso è di format originali italiani.

«Le linee guida sul servizio pubblico emanate dal governo più di un anno fa in sede di nomine Rai già segnavano una strada di internazionalizzazione, e lo stesso ddl sull'audiovisivo scritto con Franceschini parlava di un'estensione del tax credit alla produzione televisiva, anche non sui formati di intrattenimento - ha precisato Giacomelli - Ma poi i produttori non riescono a farsi valere, o i dirigenti del servizio pubblico dicono che le linee guida non sono chiare o che mancano risorse: dovremo ripetere e chiarire ulteriormente queste linee». Su questo punto Giacomelli definisce però dei limiti: «Diventerebbe un pò imbarazzante immaginare politiche fatte con risorse pubbliche per sostenere realtà internazionali: serve almeno un coprotagonismo italiano, non necessariamente pubblico. Considero molto più scottante il tema dell'italianità qui che non per le squadre di calcio!».

Fra le questioni aperte della produzione televisiva indipendente anche quella dei diritti, per cui Giacomelli suggerisce l'apertura di un tavolo di trattative fra tutti i soggetti coinvolti. Un tema che per il direttore di Rai2 Ilaria Dallatana va invece subordinato all'individuazione di idee e formati da mettere alla prova: «So che è allo studio in Rai l'istituzione di uno slot dedicato alla programmazione di nuovi formati innovativi ed esportabili: potrebbe essere lo spazio in cui usare gli incentivi di cui parla il sottosegretario».

La questione quote e diritti è invece centrale per il presidente e AD di Endemol Shine Italy Paolo Bassetti, che aggiunge: «Ben venga una riforma del tax credit, ma senza inseguire un'idea di qualità che escluda l'intrattenimento, che può essere fatto molto bene: non si segua il modello del cinema per la tv, come è stato fatto in passato». Per Gina Nieri, consigliere d'amministrazione di Mediaset, il modello da seguire è quello britannico («diritti in cambio di partecipazione nella produzione»), ma un altro punto ancora più scottante è rappresentato dalla pirateria: «Ci sono quasi 3 milioni di abbonati certificati che trasmettono le partite di calcio. Noi che siamo i produttori dobbiamo guidare una battaglia di civiltà: o l'Europa vuole difendere le aziende che contribuiscono alla produzione di contenuti che salvaguardano la diversità culturale europea, o è una scommessa persa contro le piattaforme di video sharing. Serve un'alleanza fra tutti noi a Bruxelles».
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