«X Factor» senza Sud
un talent show a metà

«X Factor» senza Sud un talent show a metà
di Enzo Gentile
Giovedì 27 Ottobre 2016, 09:46 - Ultimo agg. 13:02
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Spegne le dieci candeline il talent show musicale per eccellenza, «X Factor», e per festeggiare al meglio si aggiungono contenuti e novità a una formula forzatamente sempre uguale a se stessa. Si cambia sede e si trasloca, sempre a Milano, in una nuova e più confortevole sede, l'ex teatro Ciak, una grande arena dove potersi inventare scenografie e giochi spettacolari come piace tanto ai registi di oggi. Da stasera, su SkyUno, parte la gara vera e propria, dodici concorrenti a contendersi sino alla finalissima di dicembre i favori, il tifo e la schermaglie tra i fans.
Ai quattro giurati sono state affidate le categorie che forse meglio si addicono al loro curriculum artistico: Alvaro Soler lavorerà con i gruppi (Daiana Lou, Les Enfants, Soul System, ghanesi residenti a Verona), Fedez sarà alla prese con le Under Donne (Caterina Cropelli, Gaia Gozzi, Rossella Discolo, alias Rochelle), per Arisa ci saranno gli Under Uomini (Diego Conti, Lorenzo Lumia/Loomy, e Marco Ferreri/Fem), mentre Manuel Agnelli si occuperà degli Over (Alessandra Fortes Silva, Eva Peverello e Andrea Biagioni). Tutti i coach parlano di sfida più incerta che mai, ma gli scommettitori - Sisal Matchpoint e Microgame - vedrebbero fin d'ora in lizza Biagioni e Gaia, praticamente alla pari. Mentre tra i giudici sarebbe battaglia aperta tra Fedez e Agnelli.
 


Condotto da Alessandro Cattelan, con un parco ospiti che nelle prossime settimane ospiterà tra gli altri Robbie Williams, Shawn Mendes e Marco Mengoni, «X Factor» 10 si nutrirà anche di tutto ciò che circola intorno alla trasmissione del giovedì sera, prevedendo interazione stretta con i social network e finestre quotidiane, alle 19,55.
Nel parco dei candidati - selezionati tra circa sessantamila giovani accorsi per giocarsi la speranza della professione - stupisce lo sbilanciamento regionale: non sono rappresentati il Sud e le isole, da Frosinone in giù l'Italia che canta, per questa edizione, praticamente non esiste. I maligni sostengono che in passato vagonate di preferenze con il televoto arrivassero soprattutto dalle regioni meridionali, consentendo di orientare in modo sostanziale la vittoria finale. Ma perdere quelle legioni di televotanti vorrebbe dire anche perdere percentuali di ascolto, ancora più importanti, per Sky, del verdetto conclusivo, anche se è vero che spesso i vincitori di questo, come di altro talent, più che alla fama sono destinati al ruolo di desaparecidos.

La Sony, che ha l'esclusiva con il programma, sottolinea però gli ottimi risultati del sodalizio: «Abbiamo venduto sinora oltre 2.300.000 pezzi degli artisti lanciati dallo show», spiega il presidente Andrea Rosi, «35 concorrenti sinora hanno pubblicato con noi, e nove sono ancora nella nostra scuderia: possiamo contare anche sei partecipazioni a Sanremo e due all'eurofestival, con 700 milioni di views per i clip dei nostri artisti».
Per buttarla sul ridere in coda alla gara, si annuncia uno spazio dedicato ai freak e agli outsider, «Strafactor», con i partecipanti scartati nelle fasi di avvicinamento, ma bizzarri, curiosi, spesso improponibili: sarà una contesa comunque soggetta al televoto, sotto la guida di due conduttori speciali, i reduci Elio e Mara Maionchi. Se ne vedranno delle belle.

Infine, non si placa la polemica sulla rinuncia da parte dei Jarvis, il gruppo che dopo aver passato le selezioni ha rifiutato di partecipare alla fase finale. Per la responsabile del programma, Eliana Guerra, la band ha «liberamente scelto di non firmare il contratto discografico, lo stesso contratto che hanno firmato tutti gli artisti di X Factor nel mondo, da Marco Mengoni agli One Direction». Fedez conferma, la Maionchi pure, ma il Codacons presenta una denuncia in procura per saperne di più.