Copa del Rey al Real, battuto il Barça 2-1: Ancelotti festeggia grazie all'acuto di Bale

Gareth Bale
Gareth Bale
di Benedetto Saccà
Giovedì 17 Aprile 2014, 07:57 - Ultimo agg. 08:32
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Angel Di Maria e Gareth Bale hanno saldato il conto al Mestalla di Valencia. E il Barcellona ha salutato la stagione nella peggiore delle maniere.



Ha perso (1-2) il Clasico forse più delicato degli ultimi otto mesi, la finale della Copa del Rey contro il Real Madrid di Ancelotti, e da domani mattina potrà cominciare a progettare le vacanze, la prossima annata, magari una rivoluzione che passi per altre teste. Non il mercato, certo, bloccato per il momento da una terribile sentenza della Fifa ancora tutta da sviscerarsi. Il Barça è caduto, insomma, un tonfo udibile fin negli arcipelaghi più lontani: in una settimana appena, la squadra di Martino si è ritrovata priva dell’orientamento tattico, della solidità mentale, di un obiettivo sia pure minimo. Tutto svanito, invece: la Champions League mercoledì scorso, la Liga sabato, la Copa del Rey stasera. Una disfatta. E, come sempre accade negli istanti più bui, il pensiero plana verso i ricordi nobili, la meravigliosa squadra di Guardiola, le trame incantevoli, i trionfi a scena aperta, la perfezione applicata al pallone. Martino di sicuro pagherà fra qualche tempo.



D’accordo, oggi i blaugrana mancavano di tre dei cinque titolari difensivi, Valdes compreso naturalmente, eppure non hanno regalato un palpito vero: all’opposto, hanno costantemente suscitato l’impressione di essere una formazione vuota, tentennante, smarrita specie sul piano psicologico. Del resto Messi, che è Messi, ha inciso poco, Neymar non ha superato l’ostacolo di Coentrão ma ha solo centrato il palo pieno in extremis, Xavi, Busquets e Fabregas hanno finito per cedere sotto il peso dei rivali. La manovra si è spesso sfaldata al limite dell’area avversaria: la sincronia fra i reparti è saltata e la squadra si è presto arenata. Impossibile trascinarla fuori dalle secche. Solo il giovane difensore Bartra, classe ‘91, ha indovinato il colpo nella seconda frazione girando di testa un angolo di Xavi. Il Barça non ha però saputo sfruttare l’entusiasmo proprio e i brevi scompensi dei madridisti. E la missione è appassita sul nascere.



Onore, dunque, al Real Madrid, bravo ad acciuffare la coppa per la 19esima volta nella storia. Un applauso convinto, poi, lo ha meritato Carlo Ancelotti, giunto al primo titolo spagnolo. Il Madrid, fra l’altro ancora in corsa per la conquista della Liga e della decima Champions, ha sopperito all’assenza dell’infortunato Cristiano Ronaldo, comunque seduto in tribuna, armando un gioco brillante ed efficace, attenuatosi soltanto nella fase centrale della ripresa. Di Maria, per dire, ha inclinato la sfida nella prima frazione ottimizzando una stupenda geometria, caratterizzata da tre passaggi in diagonale che hanno portato il pallone dal centro del campo al cuore dell’area catalana. Isco, cerchio centrale, ha allargato sulla sinistra verso Benzema, impagabile nell’invito avanzato all’argentino con un diagonale a campo aperto: Angel ha controllato e ha subito incrociato il mancino oltre la parata di Pinto, apparso per la verità piuttosto incerto. E non basta. Xabi Alonso ha offerto un filtro continuo, Pepe e Sergio Ramos hanno ben presidiato l’area di capitan Casillas e Bale ha sfrecciato a meraviglia, firmando infine il gol decisivo a capo di un assalto di sessanta metri almeno, condotto con una foga da centometrista. Un tocco di sinistro e via, Pinto nulla ha potuto. Il Barça è sprofondato.