Lazio-Salernitana 4-1: l'agonia granata. Colantuono: «C'è scoramento»

L'allenatore non si nasconde: "Momento difficile, il problema è sempre l'approccio"

Colantuono
Colantuono
di Alfonso Maria Avagliano
Sabato 13 Aprile 2024, 09:14
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Stefano Colantuono aveva chiesto una prova di spessore ma non è stato accontentato nonostante una Lazio malandata, ferita e contestata. Tra amnesie difensive marchiane, qualche elemento forse con la testa altrove ed altri che non hanno mai ingranato, anche a Roma la Salernitana ha faticato a reggere.

«Più che deluso sono dispiaciuto. Pensavo di fare una partita diversa, avevo visto segnali importanti dopo il 2-2 col Sassuolo e invece ci abbiamo messo del nostro per perdere una gara già difficile di suo, visto che i biancocelesti venivano da critiche e polemiche le parole dell'allenatore in sala stampa Già in altre situazioni ci era successo di andare sotto presto con distrazioni evitabili.

Quand'è così e affronti peraltro squadre forti come la Lazio, bravissima nel palleggiare e nei triangoli stretti, rimettere a posto il risultato diventa molto complicato. La differenza tra le due compagini era notevole. Abbiamo anche avuto una reazione accorciando le distanze e creando un'altra opportunità per rimetterci in carreggiata. Se però poi si concede tanto come abbiamo fatto, le partite si perdono. Viviamo un momento complicato da un bel pezzo, non è facile per i calciatori soprattutto psicologicamente, me ne rendo conto. Ma certi errori non andavano fatti».

La Salernitana ha beccato 12 gol nei primi 15' in questo campionato, uno dei tanti record negativi in A. «Una cosa che si protrae da tempo, sono il quarto allenatore ed evidentemente qualche problemino c'era. Proviamo a lavorarci, l'approccio va cambiato perché spesso abbiamo compromesso le partite», commenta Colantuono, che si è messo a specchio col collega ma il passaggio al 3-4-2-1 non è servito.

«Ho provato a correggere qualcosa nella ripresa dicendo a Candreva di lavorare più senza palla da mezzala, perché centralmente la Lazio bucava troppo, e ho messo Legowski davanti alla difesa. Sul 3-1 l'abbiamo tenuta fino a un certo punto, poi il quarto gol ci ha tagliato le gambe ancora il tecnico Se vogliamo fare un finale di stagione degno, senza regalare nulla, dobbiamo sicuramente fare di più, dobbiamo restare sul pezzo. Non è contro Lazio o Bologna che possiamo capire chi siamo, perché il gap è eccessivo. Bisogna giocare in modo diverso le partite che saranno alla portata». Al Dall'Ara, nel dopogara, disse che avrebbe vigilato qualora avesse visto giocatori non mentalizzati rispetto alla missione dignità. Ieri in tanti sembravano con la testa al futuro.

«Ci siamo fatti gol da soli, diventa difficile commentare questo risultato. È diventata una montagna difficile da scalare dai primi minuti», aggiunge Colantuono prima di commentare la presenza di Iervolino sugli spalti, segnale comunque importante: «La società ci è sempre vicina e ci permette di lavorare bene, anche per questo bisogna fare di più. Non è detto che anche contro le big si debba perdere per forza». Poche parole sui singoli. Ha insistito su Ikwuemesi per la seconda di fila: «È giovane e di proprietà, far giocare poco uno con la sua fisicità diventa improduttivo. Non ha avuto molto minutaggio, voglio capire che giocatore è in ottica futuro. Non ha grande esperienza, è giovane. Monitoro tutti, con me solo Pasalidis e Ochoa non sono ancora scesi in campo». E poi c'è Candreva, applaudito dall'Olimpico alla sua sostituzione; nel post Sassuolo il capitano aveva detto: «Abbiamo buttato il campionato». Per Colantuono «lo scoramento è normale. Antonio ha fatto la sua partita, come tutti poteva fare di più».

Il difensore

In mixed zone ha parlato Gyomber: «Non ci è rimasto altro da fare se non lottare con dignità, fino alla fine. Lo sappiamo, ci sono stati tanti errori. Il problema è tutto, non solo la testa. È andata male ogni cosa e noi ci assumiamo le responsabilità. Siamo noi che scendiamo in campo. Nelle ultime sei giornate non ci resta che onorare la maglia perché la città e i tifosi che ci hanno seguito dovunque non meritano il cattivo spettacolo che stiamo proponendo. Siamo molto dispiaciuti, dovremo lottare fino all'ultimo pallone». Capitolo infermeria. Boateng e Maggiore sono usciti all'intervallo: botta al costato per il tedesco, al ginocchio per l'ex Spezia («Speriamo non sia grave», dice l'allenatore). Pirola ha chiuso regolarmente la gara ma al termine è stato trasportato in ospedale per sottoporsi precauzionalmente a una tac di controllo dopo la botta alla tempia rimediata durante la gara. Prima di lasciare l'Olimpico, ha anche lanciato la maglia (l'unico a transitare sotto il settore ospiti) verso i 90 presenti di fede granata.

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