Napoli, addio Gargano: Hamsik resta l'ultimo eroe del 2007

Napoli, addio Gargano: Hamsik resta l'ultimo eroe del 2007
di Dario Sarnataro
Domenica 5 Luglio 2015, 10:54
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Cresta sempre alta, sorriso timido e la voglia di una nuova sfida azzurra. È Marek Hamsik, l'ultimo dei pionieri del Napoli di De Laurentiis, l'unico superstite della squadra che ha affrontato, nel 2007-2008, il primo campionato del ritorno in A con entusiasmo ed anche con un pizzico di sfrontatezza.



La cessione di Walter Gargano al Monterrey non ha privato lo slovacco solo del cognato e dell'amico, ma anche dell'ultimo compagno dell'avventura partita a luglio 2007. Con loro c'erano Lavezzi, Zalayeta, Blasi, Cannavaro, Domizzi, Iezzo, Sosa, Montervino, Bogliacino e Grava, tra gli altri. Sembra preistoria, per la velocità con cui si vivono le stagioni nel calcio come nella vita, eppure sono passati solo otto anni. In un afoso 11 luglio a Castelvolturno Marek si presentò in bermuda e in infradito, timido ma sicuro di se e senza «cresta». Al suo fianco c'era Lavezzi, in abito extralarge e con i capelli a caschetto. Iniziò così l'avventura di due dei tre «tenori» (l'altro sarebbe diventato, tre anni dopo, Cavani), che hanno segnato un'epoca calcistica. Gargano venne acquistato poco dopo, il 25 luglio, e fu presentato direttamente nel ritiro di Feldkirchen, in Austria. E, in un caldo Ferragosto, arrivò il debutto ufficiale per Gargano, Hamsik, Lavezzi e gli altri esordienti in A: un 4-0 al Cesena in Coppa Italia che già fece scoccare la scintilla tra quella giovane e talentuosa squadra e la torcida azzurra. Da allora Walter e Marek sono diventati molti amici e poi persino parenti, per l'unione tra l'uruguagio e la sorella dello slovacco Miska.



La cessione di Gargano in Messico chiude una storia controversa, ma alla fine di grande affetto, tra il Mota e il pubblico napoletano. Il piccolo e tenace mediano, 31 anni il prossimo 23 luglio, va via dopo sei stagioni nel Napoli, intervallate dai - discussi - prestiti con Inter e Parma. In tutto 235 partite e 4 reti, 23esimo nelle presenze di tutti i tempi, una più di Altafini, per intenderci. Gargano è stato protagonista con Reja come con Donadoni e Mazzarri, mediano di cuore e grinta sia nella scalata verso la qualificazione in Champions che nella vittoria della Coppa Italia (anche se non giocò la finale perché squalificato). Lascia il Napoli, stavolta in via definitiva, dopo una stagione positiva che, in qualche modo, ha chiuso un cerchio. L'estate scorsa volle rimanere nonostante fosse sul mercato e in soli sei mesi ha conquistato prima Benitez e poi, di nuovo, il pubblico, che lo aveva pesantemente contestato con fischi, cori e striscioni («PS4, 77 seleziona l'altra squadra», campeggiava in curva B nel corso della gara con l'Inter di Coppa Italia). Gargano, soprattutto per le curve, era diventato un «traditore» per le parole espresse nel 2012 nel giorno del passaggio all'Inter. Proprio lui che era il cuore pulsante, il maratoneta, il fiero mediano del Napoli di Reja.



Quel centrocampo a tre, Blasi sul centro-destra, Gargano centrale e Hamsik sul centro sinistra aveva consentito di centrare la qualificazione in Intertoto nel primo campionato di massima serie dell'era De Laurentiis. Gargano non ha mollato e in pochi mesi ha strappato applausi scroscianti dall'intero San Paolo per abnegazione, grinta e attaccamento alla maglia. Titolare già nel preliminare con l'Athletic Bilbao, inamovibile dallo scorso dicembre in poi, in campo dal 1' anche nella finale, vinta, di Supercoppa, con tanto di rigore realizzato. Dopo Paolo Cannavaro va via, dunque, uno dei leader storici degli ultimi anni. E se il Mota, legato a Napoli per sempre perché è la città dove sono nati i due figli Matias e Thiago, ha lasciato buoni ricordi tra i partenopei, Marek Hamsik dovrà cercare dietro una scrivania Gianluca Grava - oggi responsabile settore giovanile - per ricordare l'entusiasmo, la leggerezza giovanile e i successi del primo anno di serie A. Di quella squadra capace di sorprendere e di conquistare l'ottavo posto è rimasto solo lui, Hamsik, il vero simbolo del Napoli di De Laurentiis.

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