Napoli, missione Champions: 18 punti per il secondo o terzo posto

Napoli, missione Champions: 18 punti per il secondo o terzo posto
di Pino Taormina
Martedì 21 Aprile 2015, 12:14 - Ultimo agg. 12:15
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In volata verso il futuro. Una volata rischiatutto. Non fosse il Napoli, si potrebbe dire che dopo giorni di tempesta il sole ha fatto capolino. Ma attenzione a lasciarsi troppo andare all'ottimismo. Più che una corsa a un posto al sole della Champions, e non solo al preliminare d'agosto, la volata per il secondo-terzo posto è stata finora un faticoso trascinarsi verso il traguardo, o verso l'ultimo chilometro.



Primo aspetto: il Napoli deve fare almeno 18 punti per sperare, ovvero almeno sei vittorie su sette gare. Fossimo nel ciclismo si potrebbe dire che le tre aspiranti si sono studiate con attenzione e studiandosi si sono aspettate, quasi in surplace, ognuna pronta ad accodarsi alla ruota della prima che avrebbe tentato l'allungo decisivo. Ma questo non è ciclismo: la verità è che le tre sorelle sono arrivate fin qui, incerte e incostanti, problematiche e incompiute, spesso con il fiato grosso. Basta guardare la progressione dei punti dalla Roma - ha vinto tre gare nelle ultime 14 ed è ancora seconda - per capire quanto si sia marciato a rilento. Giochiamo a indovinare la volata, dunque. La parola «gioco» è d'obbligo perché troppe sono le variabili: infortuni, avversarie con o senza obiettivi negli ultimi turni, fatiche di coppa. Ma esistono pietre di paragone sufficientemente attendibili per leggere un futuro verosimile.



Quota bassa



La corsa fin qui è stata uno strazio: mai, col campionato a 20 squadre, la seconda classificata aveva ottenuto così pochi punti, ovvero 58 punti dopo 31 giornate. Un anno fa il Napoli, terzo, era a 64 punti (-11 rispetto ad adesso) e la Fiorentina con 52 punti era quarta. Due stagioni fa, invece, con 58 punti c'era il Milan ma era solo terzo: al secondo posto c'era invece il Napoli con 62 punti. Per trovare una terza con meno punti bisogna risalire alla stagione 2011/12 con la Lazio a 54 punti ma il Milan (secondo e in corsa con la Juve per il titolo) a 64 punti. Per la cronaca alla Lazio andò male perché venne rimontata dall'Udinese. Segnali del destino? Chissà. Quota bassa, dunque: potrebbero bastare 70 punti per andare in Champions, tenendo conto che Roma e Lazio si incrociano alla penultima. In ogni caso, difficile pensare che il Napoli possa rimontare entrambe.



Il calendario



Il tracciato del Napoli non appare segnato da trasferte che assomigliano a tapponi dolomitici: Empoli, Parma e Juventus (che per quel giorno sarà già campione d'Italia) sembrano decisamente alla portata degli azzurri. È vero che la squadra di Rafa è quella che più ha perso fuori casa (6 volte rispetto alle 5 della Lazio e le 2 della Roma) ma non è una utopia immaginare di poter conquistare almeno 7 punti in queste tre gare. Nelle prossime due giornate, la Roma scalerà due specie di Mortirolo (Inter e Sassuolo) mentre la Lazio pedalerà sciolta con due gare all'Olimpico (Chievo e Parma) da cui è difficile attendersi scivoloni. Peraltro, in casa, la Lazio è l'unica a non aver mai pareggiato.

Torniamo alla Roma: scollinate le prossime due trasferte consecutive avrà almeno altre due partite da allarme rosso: la sfida al Milan a San Siro e il derby alla penultima. Per il resto, Genoa, Udinese e Palermo arriveranno in bermuda con la Roma, senza alcun obiettivo da dover conquistare: ha la pareggite acuta e questo tiene in piedi le speranze di tutti. La Lazio ha un finale da batticuore: Sampdoria fuori, la Roma e infine il Napoli. Ecco: agli azzurri basterebbe in queste sei giornate dalla scontro-diretto con la squadra di Pioli, rosicchiare appena due punti in classifica. Sul finale di stagione incide anche il fatto che nessuna incontrerà Atalanta o Cagliari, di fatto le uniche (ma si fa per dire, perché i sardi sembrano spacciate) ancora impegnate nella lotta per non retrocedere.

Le semifinale di Europa League, poi, cadrebbe su un cuscinetto di partite morbide (Milan, Parma e Cesena) che consentono di badare alla qualificazione e di avvicinarsi con meno stress alle sfide chiave. Ovvio, dovesse centrare la finale, a Varsavia si giocherebbe a quattro giorni dallo «spareggio» con la Lazio dell'ultima giornata. Dovesse prolungare il sogno, De Laurentiis si giocherà tutto in un finale da film.



Differenze di gioco



È qui che è nata la rincorsa della Lazio, infortuni a parte. Benitez e Garcia arrancavano, Pioli ha trovato la formula giusta e ha preso il volo. E le parti non si sono invertite ancora del tutto: perché l'ultimo ko della Lazio in casa della Juve non è certo indicativo di un trend negativo. Pioli con Felipe Anderson e Candreva ha ritrovato una capacità creativa che è mancata all'inizio. La forza della Roma è sempre stato un copione mandato a memoria, ma è un copione sfiancante. La Roma è come un aquilone che se non corre non si alza, non ha palleggiatori che sappiano rallentare o rifinitori che consentano di mandare in gol le prime punte. Totti è in declino e insomma sembra quella messa peggio. Il Napoli alterna prestazioni di primissimo piano ad altre tremende, che sfuggono a interpretazioni e logiche: le sberle col Verona, il Palermo e l'Atalanta gridano ancora vendetta.



Decisivo l'organico



Appunto. Il valore delle tre rose dà il senso del miracolo di Lotito che ha una squadra che vale, in tutto, meno di 160 milioni. Roma e Napoli, invece, sono sullo stesso piano: 270 milioni. La Lazio che ha alternative meno ricche di Roma e Napoli, dunque, qui potrebbe pagare. La Roma piange per i tanti infortuni, ma non è come prima. Il Napoli è attrezzato per durare sui due fronti, poi l'imponderabile potrebbe sparigliare. Certo, il gruppo Napoli sembra avere una marcia in più quando è al top. Vero, il primato logora chi non ce l'ha e chi sta davanti, fa i conti solo su di sé. Ma la sensazione è che ora ci sia più energia nella testa del Napoli che insegue un sogno e in quella della Roma che fiuta una rimonta da incubo peggiore. Il Napoli ha un attacco stellare, è vero, eppure è la Lazio ad aver fatto più gol: 58 a 53. Con la Roma che ha realizzato solo 42 gol. La nota stonata, si sa, è la difesa: la sindrome di Penelope del Napoli di Benitez è nota: distrugge in difesa quello che costruisce in attacco. Sono 37 i gol incassati. La Roma ne ha presi 23, la Lazio 30. Il Napoli ha poi recuperato due dei suoi uomini migliori: Callejon e Hamsik. Senza dimenticare Higuain: negli ultimi due mesi, in serie A, ha segnato solo un gol (quello all'Inter). Dieci gol nelle ultime tre gare lasciano intendere che il peggio è alle spalle.

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