Napoli. De Laurentiis-De Magistris, dopo la bufera scoppia la pace al San Paolo

Napoli. De Laurentiis-De Magistris, dopo la bufera scoppia la pace al San Paolo
di Pietro Treccagnoli
Martedì 27 Gennaio 2015, 08:19 - Ultimo agg. 11:09
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È riscoppiata la pace tra DeMa e DeLa, tra il sindaco arancione e il presidente azzurro, tra Napoli e il Napoli. De Magistris, come san Paolo (l’apostolo) è stato folgorato sulla via di Fuorigrotta. Sì, ha detto sì, hanno detto sì, ai lavori dello stadio che rinascerà più bello che pria, aperto allo sport, alla musica, con museo e attività commerciali. Insomma, ora c’è l’accordo con il patron del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis. Finora i due erano divisi su tutto, tranne che sulla declinazione del cognome, un genitivo di terza, con una superiorità di «i» a vantaggio del presidente. Siglato l’accordo, ieri sera, si sono di nuovo seduti fianco a fianco, in tribuna d’onore, DeLa con piumino blu, DeMa con cappotto scuro e sciarpa (non azzurra) al collo, a patire e a gioire per le giocate di Higuain e Callejon contro il Genoa, come ai tempi belli delle lune di miele. Sempre a corrente alternata, comunque.



Ora a eternare la rinata affinità elettiva c’è stata una ufficiale stretta di mano a beneficio dei fotografi. Anzi, di più, DeLa e DeMa si sono abbracciati e hanno concesso un ritratto posato, a tre, altro che i selfie di Renzi: presidente al centro tra il sindaco e il nuovo prefetto, Gerarda Maria Pantalone che a prescindere da tutto, ha confessato: «Finalmente posso tifare Napoli». Al gol del Pipita hanno esultato insieme, scattando all’unisono e alzando i pugni al cielo, contagiati dalla vittoria greca di Tsipras. Ma più modestamente era un Genoa per noi. DeLa e DeMa hanno seguito attentamente la partita, scambiandosi qualche opinione e imprecando all’unisono per il gol mancato di de Guzmàn e al pareggio (nella ripresa) di Falque per i rossoblù. E tornando a esultare per il rigore centrato da Gonzalo. Durante l’intervallo il presidente era sceso negli spogliatoi per stare vicino ai giocatori, mentre il sindaco si era trattenuto nella saletta dei generi di conforto.



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