Apple, pm chiede un patteggiamento
e due archiviazioni per il caso fiscale

Apple, pm chiede un patteggiamento e due archiviazioni per il caso fiscale
Lunedì 17 Ottobre 2016, 20:22 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 15:07
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Una richiesta di patteggiamento e una di archiviazione per due posizioni. Sono le istanze che la Procura di Milano ha inoltrato all'ufficio gip per chiudere il procedimento penale che vede coinvolti tre manager di Apple per una presunta evasione fiscale dovuta a un mancato versamento Ires di 879 milioni di euro da parte della multinazionale. A fine dicembre scorso, il colosso di Cupertino aveva versato 318 milioni di euro all'Agenzia delle Entrate per sanare gli accertamenti tributari per gli anni tra il 2008 e il 2013.

l pm Adriano Scudieri nel marzo del 2015 aveva chiuso le indagini a carico di Enzo Biagini, legale rappresentante e ad di Apple Italia, del direttore finanziario Mauro Cardaio e del manager della società irlandese Apple Sales International, Michael Thomas ÒSullivan, tutti accusati di omessa dichiarazione dei redditi. A fine dicembre scorso, è arrivato l'accordo fiscale da 318 milioni di euro tra l'Agenzia delle Entrate e la multinazionale americana, che versando quella cifra ha sanato gli accertamenti tributari per gli anni tra il 2008 e il 2013. Per settimane, poi, i difensori degli indagati (sono assistiti dallo studio Severino) e gli inquirenti si sono confrontati su un eventuale patteggiamento delle pene. Scaduto il termine del 1 aprile scorso, che la Procura aveva dato per raggiungere un accordo, le difese hanno presentato una corposa memoria per chiedere l'archiviazione delle accuse.

Nei mesi scorsi, poi, inquirenti e difese sono tornati a confrontarsi e a valutare l'ipotesi di arrivare davanti al gip con uno o più istanze di patteggiamento.
E nei giorni scorsi, infine, nel più stretto riserbo, pm e legali hanno raggiunto l'accordo per un'istanza di patteggiamento (non si sa per quale delle tre posizioni), mentre per due indagati è stata chiesta l'archiviazione. Istanze che dovranno essere valutate dal gip. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, coordinata anche dal procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco, i profitti realizzati in Italia dalla società di Cupertino, secondo uno schema che sarebbe stato seguito anche da altri colossi dell'hi-tech e di internet, sarebbero stati contabilizzati dalla filiale della società con sede in Irlanda, Paese dove la pressione fiscale è più favorevole.
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