Pokemon Go invade Roma: il primo raduno di "cacciatori" in piazza del Popolo

(Foto di Davide Fracassi - Toiati)
(Foto di Davide Fracassi - Toiati)
di Valeria Arnaldi
Martedì 19 Luglio 2016, 14:04 - Ultimo agg. 20 Luglio, 14:24
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Un ragazzo stringe un pupazzo di Pikachu come portafortuna per propiziare la caccia. Un altro, con qualche anno in più, porta sulle spalle lo zainetto di quando andava a scuola, su cui aveva disegnato i personaggi del videogame. Una ragazza, noncurante del caldo, indossa la tuta da Pikachu, in peluche giallo con cappuccio. Tutti, compagni o rivali, armati di cellulare, si uniscono al grido Gotta catch 'em all - acchiappali tutti - slogan storico di gioco e serie. Sono stati oltre cento i fan dei Pokémon, ragazzi e ragazze dai tredici ai trent'anni, che ieri si sono riuniti in piazza del Popolo per partecipare al primo raduno romano di Pokémon Go, applicazione per smartphone che, attraverso la realtà aumentata, permette di cacciare i Pokémon in vie, piazze, musei e quant'altro.

 
Non una semplice app ma una vera mania: da pochi giorni è arrivata in Italia ed è già un must. O forse qualcosa in più: un gate virtuale - come quelli del videogame - per mettere in contatto reale più generazioni di appassionati. Così i fan capitolini della serie, per la prima volta insieme, sono andati alla ricerca delle creature fantastiche da collezionare nelle vie del centro storico. A riunirli, un invito sui social, che in poche ore ha raccolto centinaia di contatti e condivisioni. «Ho avuto l'idea di creare un gruppo romano appena è nata la app - racconta Nicolò Bovesecchi, 17 anni, studente all'istituto alberghiero e organizzatore dell'evento - così ho aperto una pagina su Facebook, poi ho lanciato l'idea del raduno, ho coinvolto alcuni amici e la voce si è sparsa rapidamente. Molte persone le ho conosciute qui». L'età media è ventidue anni, ma non mancano giocatori più adulti. «Gioco a Pokémon da vent'anni, per me sono una religione - racconta Gabriele Montecchiani, 28 anni, che lavora nel settore alberghiero - non sapevo ci fossero tanti appassionati come me. Quando parlavo dei Pokémon, venivano accusato di essere ancora un bambino». Cosa lo ha convinto a scendere in strada? «Prima, per giocare, si passava la giornata davanti allo schermo, da soli, adesso si può stare all'aperto e fare amicizia».

L'interazione è il segreto del successo del gioco pure per Antonello Di Filippo, che amici e compagni di squadra conoscono come Morfeo, pure lui 28 anni: «È un modo per riscoprire la città e socializzare. Si incontrano tante persone. Anche ragazze». Da piazza del Popolo, il gruppo, diviso in tre squadre, ha raggiunto in colonna via del Corso, spostandosi poi in via Tomacelli, piazza San Silvestro, piazza del Parlamento, fino ad arrivare a piazza Venezia e al Colosseo, sulle tracce dei fanta-personaggi. Chi li vedeva per primo gridava e gli altri lo raggiungevano di corsa. Sono stati molti i passanti che si sono fermati incuriositi per capire cosa stesse succedendo e poi sono rimasti incantati a guardare i ragazzi. Alcuni, hanno scattato foto: curiosi a caccia di collezionisti.

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