Bersani apre al M5S, Grillo: «Modello Sicilia meraviglioso»

Bersani apre al M5S, Grillo: «Modello Sicilia meraviglioso»
Martedì 26 Febbraio 2013, 13:22 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 10:58
3 Minuti di Lettura

ROMA - La nostra ispirazione non una diplomazia con uno o con l'altro n discorsi a tavolino ma alcuni punti fondamentali di cambiamento , un programma essenziale da presentare al Parlamento per una riforma delle istituzioni, della politica, a partire dai costi e dalla moralità», commenta Pier Luigi Bersani il giorno dopo le elezioni. «C'è stato un rifiuto della politica così come si è presentata in questi anni, di istituzioni inefficienti e di una politica apparsa moralmente non credibile», dice poi il segretario Pd.

La proposta del Pdl. «Ci confronteremo ma non penso che atteggiamenti diplomatici corrispondano al cambiamento che dicevo, dobbiamo ribaltare lo schema, non credo che il paese tolleri balletti di diplomazia... si riposassero», risponde Bersani alla proposta di un dialogo avanzato da Silvio Berlusconi.

Il programma. «La nostra intenzione - prosegue Bersani - sarà di proporre alcuni punti fondamentali di cambiamento da rivolgere al Parlamento sulla riforma delle istituzioni, della politica a partire dalla legge sui partiti, sulla moralità pubblica e privata e sulla difesa dei ceti più esposti alla crisi e un impegno su una nuova politica europea per il lavoro. Questi - aggiunge - sono i titoli essenziali di una nostra possibile iniziativa secondo una logica che non è quella dei discorsi a tavolino sulle alleanze».

Il Movimento 5 Stelle. «So che fin qui hanno detto "tutti a casa", ora ci sono anche loro, o vanno a casa anche loro o dicono che cosa vogliono fare per questo paese loro e dei loro figli», aggiunge Bersani, che fa una proposta: «Su questioni istituzionali siamo favorevoli a corresponsabilità, tra l'altro il M5S è il primo partito alla Camera, allora secondo i grandi modelli democratici ciascuno si prende le sue responsabilità...», dichiara a proposito delle presidenze delle Camere.

Il risultato. «Ammonisco su un punto, il bicchiere va letto dai due lati, noi siamo stati un punto di tenuta», continua il segretario Pd, che però ammette: «È chiaro che chi non riesce a garantire governabilità non può dire di aver vinto. Non abbiamo vinto anche se siamo arrivati primi e questa è la nostra delusione».

Il Pd. «Ho sempre detto che la ruota deve girare nel congresso del 2013, non abbandono la nave, dopodichè io posso starci da capitano o da mozzo», sottolinea il segretario rispondendo ad una domanda sulle sue possibili dimissioni.

Finocchiaro. «Una via di uscita va trovata. Si è molto parlato di un governo di larghe intese, ma io tendo ad escludere questa ipotesi sulla base dell'esperienza che abbiamo fatto sia con l'ultimo governo Berlusconi che con il governo della strana maggioranza». Lo dice Anna Finocchiaro che propone: «La coalizione che vince alla Camera si presenta anche al Senato con un governo che potrebbe essere definito "di minoranza", sulla base di un programma immediato di riforme».

La presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro spiega, nel corso dello speciale del Tg3 che la sua proposta va ancora valutata dal partito. Secondo Anna Finocchiaro, si tratta di un governo che «potrebbe esser definito definito "di minoranza", sulla base di un programma immediato di riforme sul quale probabilmente non è possibile incassare la fiducia del Movimento 5 stelle, ma sui punti del quale forse sarebbe possibile trovare un consenso più largo».

«Credo che quello a cui tutti dovremmo puntare, ovvero un governo solido e forte, potrebbe in questa legislatura essere una costruzione che - sostiene Anna Finocchiaro - avvenga col tempo, riconoscendosi su una volontà di cambiamento. Il segnale del Paese è "adesso basta chiacchiere, ora si deve agire"». «Un governo di minoranza per fare sul serio le riforme, con un rilancio del parlamentarismo credo sia possibile con una "maggioranza elettiva"», conclude Finocchiaro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA