Viaggi su Marte: da Mariner 4 nel 1964 a Curiosity

Il Mariner 4 della Nasa
Il Mariner 4 della Nasa
di Enzo Vitale
Lunedì 14 Marzo 2016, 12:05
3 Minuti di Lettura
All'inizio furono gli Usa.
Sul suolo marziano la bandiera più importante rimane quella a stelle e strisce. Ma ora ci provano anche russi ed europei. Roscosmos ed Esa tentano di essere più fortunati.
Per la missione ExoMars ambedue hanno incrociato le dita perchè, soprattutto Roscomos, al suo attivo ha più sconfitte che successi.

Diciannove le sonde lanciate dall'allora Unione Sovietica e dalla Russia. RIsultato? Nessuna di queste è riuscita nell'impresa. Il problema principale da affrontare, almeno fino ad ora, è stato l'ammartaggio, in termini terrestri l'atterraggio. A riuscire nei tentativi di poggiarsi sul suolo del pianeta rosso, alla fine, l'hanno spuntata gli amercani attraverso un semplice e conosciuto sistema: l'airbag.

L'intuizione dei ricercatori della Nasa è stata semplice quanto affidabile in quanto la maggior parte delle sonde che sono approdate sulle superficie del Pioaneta rosso hanno sfruttato questo meccanismo.
Una volta superato il calore della tenue atmosfera marziana, che è meno di un centesimo di quella terrestre,le navette sono discese attraverso un paracadute e poi, in prossimità della superficie, una serie di airbag ne attutiva la caduta. Rimbalza che ti rimbalza (va detto che i salti hanno raggiunto anche i 40 metri di altezza) la capsula finalmente si arrestava, i palloni si sgonfiavano e il rover uscendo dall'interno poteva iniziare la sua missione senza aver subito alcun acciacco.


NEL 1964 MARINER 4 SFIORA IL PIANETA ROSSO
La data fatidica dell'esplorazione marziana è il 28 novembre del 1964 quando fu lanciato Mariner 4. Con questo lancio la Nasa ha messo l'imprimatur riuscendo a sfiorare il pianeta a circa 10 mila km di distanza e ad inviare a terra una serie di immagini; per la precisione 22.

SOVIETICi PRIMI IN ORBITA
Sette anni dopo il passaggio “ravvicinato” di Mariner 4, a entrare in orbita fu il satellite russo Mars 2. A scendere sul pianeta, ma rimase in funzione solo per 20 secondi, fu il suo successore Mars 3. Probabilmente fu distrutto da una tempesta di sabbia. Anche una sonda americana, in quell'anno, riuscì ad entrare in orbita.

ANNI '70, L'ERA DELLE SONDE VIKING
Un orbiter e un lander: ovvero una sonda che trasposrta e poi si immette nell'orbita del pianeta e una navetta che discende dal suolo. Qesta la concezione del progetto americano VIking. Le due sonde della Nasa sono state le prime a mappare la superficie del pianeta rosso inviando a terra le prime immagine di un ambiente simile a deserti e tundre.

IL VENTENNIO MALEDETTO
Dopo gli anni '70 l'esplorazione di Marte ebbero uno stop. Tanti i fallimenti americani e russi . I casi più eclatanti  Phobos 1 e 2, persi  nel 1989 sulla rotta verso Marte l'americana Mars Observer scomparsa misteriosamente quattro anni dopo.


Tra successi e insuccessi la storia prosegue negli anni successivi. Per restare in ambito europeo, ad esempio, nel 2003  la sonda Mars Express  con il lander Beagle 2 dell'ESA venne lanciata proprio da Baikonur verso Marte. La sonda entrò in orbita e il lander si posò sulla sua superficie ma non si ebbero mai notizie. Dopo quasi 10 anni, nel 2014, ad avvistare il mezzo europeo poggiato su Marte fu la sonda americana Mars Reconnaissance Orbiter.

SPIRIT, CURIOSITY E OPPORTUNITY
Ma senza dubbio le missioni più prolifiche dal punto di vista della tecnologia e della conoscenza del pianeta rosso sono quelle americane. Nel giugno del 2003 la Nasa lancia il progetto Mars Exploration Rovers che porterà sulla superficie di Marte i lander Spirit e Opportunity. Nel 2011 è la volta del progetto Mars Science Laboratory che fa sbarcare Curiosity, Attualmente sono sia Curiosity che Opportunity continuano il loro lavoro.

Approfondimento sulle missioni su Marte
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